Il tema Superlega è tornato al centro della scena. Negli ultimi giorni c’è stato un botta e risposta a colpi di tweet e comunicati fra l’Amministratore Delegato di A22 (società che fa capo al progetto), Bernd Reichart, e le federazioni calcistiche europee con la Liga come capofila, con il Presidente della Liga Javier Tebas che da sempre è uno dei maggiori oppositori alla proposta.
Ora è il turno di Reichart che, da un’ampia intervista ad As, quotidiano spagnolo molto vicino al Real Madrid, uno dei club che più spinge verso la Superlega tramite il presidente Florentino Perez, spiega e illustra le carte che l’AD metterà sul tavolo nell’incontro con vertici della UEFA in programma questa settimana.
«Credo che dobbiamo mettere sul tavolo i problemi del calcio – esordisce Reichart -. Pertanto, ci recheremo a Nyon con lo scopo e con il desiderio di confrontarci per andare avanti. Penso che questa sia una buona notizia anche per i club che hanno avuto paura di avviare questo dialogo che, senza pressioni né minacce, mi sembra molto positivo. La questione se la UEFA abbia il monopolio è sul tavolo e, data la sua importanza, deve essere chiarita».
Uno dei punti più criticati del primo progetto Superlega, subito naufragato in poche ore, era quello di avere un sistema chiuso che non avrebbe fatto trovare spazio ai meriti sportivi dei club emergenti. Su questo punto l’AD di A22 è molto chiaro: «La Superlega non sarà una competizione esclusiva o chiusa. Non ci saranno membri permanenti. Oltre a Real Madrid, Barcellona e Juventus ci sono tanti altri club che hanno preoccupazioni e idee per migliorare il calcio in Europa. I meriti sportivi saranno al centro della Superlega».
Quindi nessun membro permanente, ma al momento, da quanto si apprende, non esiste un format stabilito della Superlega e questo significa che Reichart si presenterà dalla UEFA senza nessun piano già chiuso e prestabilito, cosa che aveva indispettito non poco il massimo organo europeo che si era ritrovato un formato già strutturato e sui club erano poco propensi a trattare.
Aleksander Ceferin, numero uno della UEFA, per rispondere alla Superlega, ha rilanciato e accelerato il nuovo format della Champions, che entrerà in vigore dalla stagione 2024. Quest’ultimo è stato oggetto di critica da parte di Reichart: «Dobbiamo trovare l’equilibrio perché non possiamo mettere in gioco la salute dei giocatori. Mi sembra che l’importante non sia parlare di più partite, ma di partite di un livello più alto. Sinceramente nel nuovo format della Champions League del 2024 non vedo che se ne sia tenuto conto, anzi, peggiora la situazione attuale. Vedo più partite che potenzialmente, potrebbero valere davvero poco. Il sistema va rivisto e ridefinito perché necessita di importanti riforme».
Un’altra accusa mossa alla Superlega originaria è quella di essere un sistema per curare i conti in rosso delle società partecipanti, senza che questi mettano in campo una politica di risanamento dei conti per porre un tetto alle spese. Anche qui Reichart risponde e spiega: «In Superlega verrà applicato un controllo finanziario schietto, non dubitate su questo. È uno dei punti principali del nostro progetto. Il calcio deve controllare le sue spese e vivere del reddito che genera. Il Fair Play Finanziario è fondamentale, contrattare o sfuggire al suo controllo sta distorcendo la concorrenza. Per il resto, qualsiasi suggerimento su questo argomento è il benvenuto da parte delle federazioni nazionali e internazionali».
Fra un mese e mezzo la Corte di Giustizia dell’Unione europea deciderà se la UEFA esercita un monopolio sui club iscritti e in questo caso darebbe praticamente il via libera alla creazione di una competizione a totale discrezione delle società: «Abbiamo un profondo rispetto per la giustizia europea e, in ogni caso, continueremo a lavorare con tutti i club e la famiglia del calcio per fornire le soluzioni necessarie. È inconcepibile che il presidente della Liga dichiari pubblicamente che non gli importa cosa pensa la giustizia europea perché i politici potranno legiferare contro il parere della CGUE per proteggere la UEFA. Non è così che funziona l’Unione Europea e non è questo il rispetto che meritano le nostre corti di giustizia. Posso dire, senza tema di smentite, che al momento attuale non esiste solo l’Eurolega di basket come sistema a cui facciamo riferimento per la nostra Superlega. C’è, per esempio, il Sei Nazioni di rugby, torneo riservato a vita a sei squadre europee ad esclusione di tutte le altre. L’unica questione da dibattere è se la UEFA sia un monopolio, e per questo dobbiamo aspettare la sentenza della CGUE».
In caso di via libera degli organi di giustizia europei, Reichart non parla di tempistiche certe, anche se non esclude nulla: «Mi hanno dato la possibilità di scegliere se vedere una Superlega tra dieci anni o tra tre, e sinceramente preferisco che sia più presto possibile. Ma ci prenderemo il tempo per parlare con tutte le parti coinvolte nel calcio. Non affretteremo le cose, ma non c’è motivo di escludere nulla, anche a partire dal 2024».