Non si placa lo scontro sull’eredità di Marella Caracciola, la vedova di Gianni Agnelli venuta a mancare nel febbraio 2019, che vede contrapposti la figlia Margherita e i nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann. Nelle ultime ore, secondo quanto riportato da MF-Milano e Finanza, il terreno di scontro si sta allargando anche alle volontà testamentarie dell’Avvocato Agnelli, deceduto il 24 gennaio del 2003.
Per volontà di Margherita Agnelli, i suoi legali hanno chiesto che nel contenzioso aperto finiscano anche quadri di artisti famosi come Giacomo Balla, Giorgio De Chirico, Francis Bacon, Claude Monet, Jean-Léon Gérome, che alla morte di Gianni Agnelli non furono conteggiati. Stesso discorso per il patrimonio che sarebbe stato tenuto fuori dall’asse ereditario detenuto in alcune società all’estero, stimato in circa 580 milioni di dollari, alla data della morte dell’Avvocato.
Nella giornata di lunedì 7 novembre, la causa ha vissuto uno dei suoi momenti decisivi con le parti che si sono date battaglie a suon di memorie e contro-memorie. Nella discussione sono entrate anche perizie grafologiche, verbali di Agenzia delle Entrate, documenti, fatture. Tutto per chiarire una domanda fondamentale per il processo: dove era davvero residente abituale Marella Caracciolo? In Italia, come sostiene la figlia, o in Svizzera come ribattono i tre nipoti e dove sono già pendenti altre cause per questioni legate sempre all’eredità di Marella?
La decisione del collegio della seconda sezione civile tecnicamente riguarderà una questione preliminare, ma è la chiave di volta della causa, perché da essa dipende quale diritto verrà applicato, se quello italiano o meno. Se fosse quello italiano, verrebbe rimesso in discussione il “patto successorio” di diritto svizzero siglato nel 2004 da Margherita Agnelli di rinuncia alla futura eredità della madre, che a sua volta è legato all’«accordo transattivo» sull’eredità del padre. Per essi Margherita nel 2004 ottenne 1,2 miliardi di euro.
Secondo la ricostruzione effettuata dai legali di Margherita Agnelli, tra il 2003 e il 2018, la madre Marella ha trascorso in media 189 giorni l’anno in Italia, 94 in Marocco e solo 68 in Svizzera. Esiste anche un dossier predisposto dall’agenzia investigativa Swiss East Affairs, che ha messo in fila gli spostamenti degli aerei e dei jet privati usati da Marella per i trasferimenti tra l’Italia e il Marocco.
Sono stati analizzati persino i passaporti: i rinnovi nel 2008 e nel 2017 sono avvenuti in Italia, sostiene Margherita, e non presso il consolato in Svizzera come accade con i residenti abituali all’estero. La difesa degli Elkann è invece che i beni dell’Avvocato erano noti e i capitali esteri erano di Marella già prima della morte di Gianni Agnelli, e che inoltre non si può dubitare della residenza di Marella in Svizzera, dove aveva il domicilio già dagli anni ’70 con tanto di iscrizione all’Aire e importanti proprietà immobiliari.
Per quanto riguarda il controllo di Exor, da dicembre, la linea degli Elkann è da sempre quella che nessuna decisione – sia di un tribunale italiano o svizzero – potrà incidere sulla quota di controllo di John.