Il caso D’Onofrio continua a tenere in allerta i piani alti del calcio italiano, tanto che dal consiglio federale di urgente è arrivato il primo provvedimento: la giustizia arbitrale va sotto l’egida della FIGC.
Sull’argomento, a margine del consiglio, è intervenuto il presidente della FIGC, Gabriele Gravina: «È un tema che ha creato imbarazzo e disagio nel mondo del calcio che è stato saccheggiato da questo episodio che presenta tantissimi lati da oscuri. Molti punti continuiamo a ignorarli e a comprendere come alcuni fatti siano stati possibili. Portare la giustizia arbitrale sotto il controlla della Federazione è stata una prima risposta, presa di comune accordo con il presidente del Coni, Giovanni Malagò e il Ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi».
«Questa vicenda – ha proseguito Gravina – con questa dimensione è sicuramente su un altro pianeta, le avvisaglie sono state colte da noi con una denuncia molto chiara a luglio. Le indagini si sono concluse con un deferimento di questo procuratore e l’udienza ci sarebbe stata il 25 novembre, quindi noi non abbiamo fatto sconti. Le avvisaglie vanno colte, la Federazione le ha sapute cogliere, e sono scaturite in un deferimento di un procuratore dell’AIA, un atto devastante e di una gravità unica e noi lo abbiamo fatto».
Sugli arbitri e su un possibile commisariamento dell’AIA, Gravina ha dichiarato: «Capisco l’amarezza del presidente Trentalange. Lui è stato democraticamente eletto ed è legittimato a tenere il ruolo. Oggi non ci sono elementi oggettivi per un provvedimento così violento come il commissariamento, ma se domani dovessero emergere altri elementi sarà Trentalange per primo a fare un passo indietro. C’è grande rispetto per la sua sofferenza che è la stessa degli arbitri italiani, che sono intoccabili perché non c’entrano nulla in questa vicenda».
«Le responsabilità – ha concluso il presidente della FIGC – sono individuali di un soggetto con aspetti ancora tutti da chiarire. Sono anche contento per gli arbitri che sabato e domenica sono andati in campo e hanno dimostrato grande maturità e di non essere scalfiti da questo episodio. A dimostrazione della loro integrità e del loro carattere».