I presidenti dei club di Serie A? «Dei delinquenti veri». La Lega Calcio? «Come ha detto Greco (ndr, Francesco, ex procuratore capo di Milano), è un’organizzazione di diritto privato perché altrimenti li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa con noi». Preziosi, ex presidente del Genoa? «Un vero pregiudicato».
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito? Il capo. «E i nostri amici, Juventus e Roma, sono colpevoli quanto lui. Perché alla fine o per un motivo o per un altro, hanno rinunciato a lottare o lo hanno assecondato e sono diventati complici delle sue avventure». Sono solo alcune delle intercettazioni telefoniche che riguardano il presidente del Coni, Giovanni Malagò, presenti negli atti depositati dalla procura di Milano con la richiesta di archiviazione a proposito dell’iinchiesta sulla presunta tangente pagata per l’assegnazione dei diritti tv.
Le telefonate trascritte dalla Guardia di Finanza – scrive La Repubblica – sono quelle utili al procedimento. Malagò parla con il manager di Sky Andrea Zappia (che all’epoca, come ora, non aveva più alcun incarico operativo in Italia). I giornali hanno scritto quella mattina che la procura di Milano ha indagato Malagò per falso nell’ambito dell’elezione di Miccichè a presidente della Lega Serie A e il dirigente ritiene l’accusa assolutamente ingiusta. «È ridicolo dopo quello che avevi cercato tu di dare ordine a questi sciammanati», dice Zappia.
E ancora Malagò: «Infatti è quello che mi rinfacciano: uno statuto, una governance, gli avevo trovato una persona di livello […]. Questi sono delinquenti veri». Malagò è convinto che la denuncia sia partita da Preziosi, allora presidente del Genoa: «Di che dobbiamo parlare?». Un ruolo preminente è quello di Lotito: «Sono stupito che questo signore che ha un business nano, che ormai campa solo di calcio che è quello che fa vivere tutte le sue aziende», chiude Zappia. «Ma alla fine i nostri amici, Juventus e Roma sono colpevoli tanto quanto lui».