I migliori club europei dovrebbero continuare a ricevere una fetta maggiore dei ricavi dalla UEFA Champions League sulla base dei risultati storici. Ne è convinto l’amministratore delegato della European Club Association (ECA) Charlie Marshall, che si è espresso a favore della spartizione di una quota di ricavi sulla base del ranking storico/decennale.
Da tempo ci sono richieste per l’eliminazione del modello esistente della UEFA, che stanzia il 30% dei ricavi dalla vendita dei diritti televisivi della Champions League per una divisione basata sulle prestazioni nelle competizioni europee per club negli ultimi dieci anni. Una richiesta – ricorda il Times – che dovrebbe essere esaudita dall’introduzione della nuova Champions a partire dal 2024.
Tuttavia, Charlie Marshall, l’amministratore delegato dell’ECA, ha affermato che «c’è spazio» per il modello che alloca parte del denaro in base al coefficiente di un club e che il sistema «ha funzionato abbastanza bene». La posizione dell’ECA al riguardo è significativa poiché su altri fronti del calcio europeo si sono accumulate pressioni affinché questo sistema fosse smantellato.
«C’è spazio per questo. Il ranking è fondamentale per l’intera costruzione della piramide del calcio europeo dall’alto al centro fino al basso. È anche ciò su cui si basa l’appartenenza all’ECA, un coefficiente quadriennale, quindi senza parlare dei dettagli di quanti anni o di quale percentuale, il concetto di coefficiente è fondamentale per tutto il calcio europeo. Quindi trova spazio», ha sottolineato Marshall.
Attualmente, il ranking storico UEFA vede al primo posto il Real Madrid, che dalla Champions League 2022/23 ha portato a casa 36,4 milioni di euro su questo fronte. Sul podio Bayern Monaco (35,2 milioni) e Barcellona (34,1 milioni), mentre tra le italiane la Juventus è quella che ha incassato di più grazie al suo quarto posto: quasi 33 milioni di euro (QUI LA CLASSIFICA COMPLETA).