La sfuriata di Aurelio De Laurentiis prima dell’odierna assemblea della Lega Serie A ha fatto di nuovo alzare la tensione tra i club nei corridoi di via Rosellini. Uno show che ha portato sette club (Napoli, Roma, Juventus, Inter, Milan, Fiorentina e Monza) ad abbandonare la sede della Lega prima ancora che iniziasse la riunione, poi proseguita con sole 12 società presenti (il minimo da statuto per far cominciare una assemblea),
Non tutti tra i sette club hanno deciso di lasciare l’assisenella volontà di accodarsi al patron del Napoli, che in particolare si è lamentato delle divisioni sull’operatività, sulla visione e sull’incapacità di decidere. La sfuriata ha avuto l’effetto infatti di allungare ulteriormente le tempistiche in Lega, con l’assemblea che non è cominciata alle 14.15 come previsto dalla convocazione inviata ai club nei giorni scorsi. E ad allungare ancora i tempi ci sono stati ulteriori passaggi e riunioni pre-assemblea tra alcuni dirigenti.
Così, dopo 45’ di attesa, diverse tra le sette società hanno scelto di abbandonare la sede della Lega Serie A più infastidite dall’ennesima perdita di tempo che per un reale appoggio alle parole di De Laurentiis. Senza considerare il clima di tensione venutosi a creare dopo la sfuriata del patron del Napoli, che ha portato, secondo alcuni dirigenti, a condizioni per cui era impossibile iniziare l’assemblea.
“All’inizio dell’assemblea sette squadre hanno scelto di esercitare un loro diritto: non partecipare all’assemblea, creando all’inizio dell’incertezza anche perché abbiamo dovuto verificare che ci fosse il numero legale. I motivi che hanno portato le squadre a non partecipare era il non aver raggiunto un’intesa su alcune questioni all’ordine del giorno, in particolare l’elezione del consigliere”, ha spiegato poi il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini in conferenza stampa.