Botta e risposta fra Alfredo Trentalange e Marcello Nicchi sul caso Rosario D’Onofrio che infittisce il groviglio della matassa sempre di più.
Dopo le parole di accusa dell’ex presidente dell’AIA all’attuale numero uno dell’Associazione Arbitri, ora è il turno della replice da quest’ultimo. Ieri, come riporta La Gazzetta dello Sport, Trentalange ha voluto dire la sua: «Parli di “verità parziale”, in quanto avrei sottaciuto che il D’Onofrio sarebbe stato proposto da me all’epoca. Mi duole rammentarti che la competenza di ogni proposta di nomina per il ruolo in argomento era prerogativa esclusiva del presidente dell’AIA (Nicchi all’epoca, ndr). Apprendo, invece, solo oggi che avresti proposto D’Onofrio nonostante fossi consapevole che lo stesso non avesse svolto, a Tuo dire, “pregresse particolari attività».
«Nonostante ciò – continua Trentalange -, hai comunque ritenuto di proporlo per un ruolo di rilievo nazionale non solo nel 2009, ma anche successivamente. In momenti così difficili, da un dirigente benemerito mi sarei aspettato non precisazioni per addossare responsabilità, ma proposte per evitare in futuro ciò che in passato ha indotto in errore».
Situazione che appare sempre più torbida che sembra nascondersi sotto un sempre più fitto rimbalzo di responsabilità, mettendo in evidenza come in casa AIA la situazione sia complicata e quanto richieda una soluzione esterna, proprio da quella FIGC che ha chiesto spiegazione a all’Associazione, che è sotto la lente di ingrandimento.