Niente crollo per le azioni della Juventus in Borsa, dopo le dimissioni del CdA di lunedì sera. Dopo la perdita di ieri, il titolo del club bianconero ha nuovamente chiuso in calo la giornata di oggi facendo segnare un -1,16% a 0,2738 euro per azione, dopo aver toccato una perdita massima pari a -3% nel corso della mattinata.
Alti i volumi, con 14,2 milioni di pezzi scambiati su una media quotidiana negli ultimi tre mesi pari a 6 milioni. La capitalizzazione è scesa a 692 milioni di euro, scendendo sotto la soglia dei 700 milioni di euro. Il titolo resta comunque ai minimi dal 2017. Chiusura in positivo invece per Exor, holding degli Agnelli-Elkann azionista di maggioranza del club bianconero: ad Amsterdam il titolo ha guadagnato l’1,60% a 75,08 euro per azione.
In generale, Piazza Affari termina positiva (Ftse Mib +0,59%) malgrado l’andamento contrastato di Wall Street alle prese con una prima tornata di dati macro e in attesa di indicazioni sulla politica sui tassi dal discorso in serata del presidente della Fed Jerome Powell.
Attenta solo marginalmente ai dati sull’inflazione, la Borsa di Milano ha visto cadere Tim (-5,24 a 0,20 euro) dopo due stop al ribasso. Sul titolo ha pesato il crescente clima di incertezza con lo svanire dell’offerta di Cdp sulla rete mentre il governo, secondo quanto ha detto il sottosegretario Alessio Butti, esclude un’opa totalitaria e ne valuta invece solo una parziale.
Nel paniere principale in coda, dietro a Tim, sono finiti Saipem (-2,15%), Leonardo (-1,74%) e A2a (-1,73%) mentre si sono messi in luce Mediolanum (+2,36%), Moncler (+2,19%), Fineco (+2,04%) e Tenaris (+2,04%). Bene anche Eni (+0,9%) più per il greggio in aumento che per l’ipotesi di Bloomberg di un interesse per Neptune Energy.