Tebas Juventus sostenibilità
Javier Tebas (Foto La Liga)

Il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas, è intervenuto nella giornata di oggi durante l’evento di presentazione del report di KPMG sul pregiudizio economico della Superlega e l’impatto sulle leghe nazionali e sui club del progetto. Un documento che ha voluto mostrare l’impatto negativo del tanto discusso torneo sul valore dei club e sui ricavi delle società europee.

«La Superlega non è un formato di competizione. E’ una scusa, è un concetto ideologico che si è creato in quel gruppo di club nato con Florentino Perez. La base è che i club più ricchi, con ricavi maggiori, comandino il calcio. Oggi A22 è la mera espressione di tre club, se non addirittura di una sola persona, che è Florentino Perez, anche se hanno una strategia di comunicazione molto confusa», ha esordito.

Parlando della strategia dei club impegnati nella Superlega, Tebas ha aggiunto che «si cerca di nascondere il formato che si sta sviluppando. L’intento è tornare al formato semi-aperto del 2019, ma non so perché lo nascondano tanto, probabilmente è una questione strategica. E’ un formato che andrebbe a distruggere le leghe nazionali in breve tempo».

Poi, un attacco ai promotori del progetto, inclusa la Juventus: «La Liga parla di sostenibilità finanziaria dal 2020, ma non ho mai sentito nessuno dei promotori della Superlega, dal Real alla Juventus, parlare di questa cosa in nessuna delle riunioni della UEFA, né ad alta e né a bassa voce. Non ci possono dare lezioni di sostenibilità i leader della Superlega, almeno due di questi tre club. La Juventus innanzitutto con le notizie di questa settimana, non credo che sia un leader per parlare al calcio europeo di sostenibilità finanziaria quando il suo CdA è indagato per aver falsificato i bilanci, conti falsi, con dati alla mano e anche con intercettazioni telefoniche».

«Neanche il Barcellona credo che sia un esempio di sostenibilità finanziaria. Il Real Madrid effettivamente è l’unico che potrebbe parlare con chiarezza e insegnare qualcosa. Ci troviamo di fronte a un problema di governance, di potere dei club europei», ha proseguito parlando anche dei club della Liga.

In chiusura, una battuta sull’operato della UEFA: «Io ho criticato la UEFA, ma devo dire che negli ultimi tre anni ha sperimentato cambi importanti di governance, con un modello che dà molto e al quale dobbiamo aspirare. Sappiamo che i club devono avere potere decisionale, ma tutti i club, i grandi, i medi e i piccoli, in una posizione di equilibrio come succede in Spagna».

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