Real Betis progetto Forever Green
(Foto: Fran Santiago/Getty Images)

Utilizzare il potere dello sport più popolare al mondo per combattere il cambiamento climatico e dare forza, giorno dopo giorno, alla lotta per salvare il pianeta. E’ questo l’impegno che il Real Betis Balompié – storico club della città di Siviglia – si è preso con il progetto Forever Green, che mira ad accendere i riflettori sul tema della sostenibilità, partendo dalla comunità locale e allargandosi al resto del mondo.

Calcio e Finanza ha intervistato a tal proposito Rafael Muela Pastor, Direttore Generale della Real Betis Fundaciòn, il quale ha raccontato obiettivi e peculiarità dell’azione del Betis: «Forever Green è la piattaforma di sostenibilità lanciata dal Real Betis. Utilizza il potere dello sport più popolare al mondo, il calcio, per aiutare a salvare il pianeta. Come lo fa? Lo fa cercando di avere un impatto nella lotta contro il cambiamento climatico».

«La piattaforma è aperta per organizzazioni, giovani, aziende che vogliono mostrare al mondo quello che stanno facendo in questa lotta. Con questo contenuto, con questa comunicazione e con questa espansione del messaggio, la piattaforma cerca di ispirare la società in generale e in questo modo mobilitarla, affinchè tutti possiamo focalizzarci sull’emergenza climatica come problema più importante a livello globale, dal nostro punto di vista. Come lo facciamo? Lo facciamo attraverso cinque aree principali di lavoro, in ognuna delle quali si riflette una serie di azioni», ha raccontato.

Le aree di lavoro per il progetto Forever Green

Tra le aree in questione ci sono riciclaggio e mobilità. Per la prima si tratta principalmente di azioni di incentivo al riciclaggio, tutto molto vincolato alla cosiddetta economia circolare. L’area di mobilità sostenibile cerca invece di incentivare la mobilità e la riduzione delle emissioni nei trasporti per quanto riguarda i tifosi, i cittadini in generale, tutto quello che ha a che fare con il modo in cui ci si muove e si cerca di farlo. Azioni che favoriscano l’utilizzo di mezzi quali la bicicletta, di monopattini elettrici, di trasporto pubblico, sia in eventi sportivi che in generale.

Poi c’è l’area della natura, in cui l’obiettivo è avere un impatto sul territorio, anche a livello nazionale e internazionale. Si organizzano raccolte rifiuti in spazi naturali, con volontariato e organizzazioni che si uniscono al movimento. Si portano avanti anche azioni di rimboschimento e un orto urbano che serve anche per creare lavoro per persone con problemi di inclusione e per avvicinare l’agricoltura ecologica a una popolazione più svantaggiata e che ha più difficoltà. L’orto urbano è vicino a uno dei quartieri più complicati della città, che si chiama “Poligono Sud”, e viene visitato da scuole e associazioni per raccontare e insegnare l’agricoltura ecologica e la vita nei campi in un modo sostenibile.

Restano infine due aree importanti: la prima è l’area di cambiamento climatico, qui vengono sottolineate tutte le azioni, come partecipare alle conferenze, interviste, pubblicazioni sui media. «C’è un focus importante nell’estendere il messaggio e cercando di dire: “Occhio, si tratta di un grande problema a livello mondiale, facciamo qualcosa!”. Sempre cercando che questo messaggio sia di responsabilità, ma anche di speranza: se il problema viene da noi, possiamo risolverlo e dobbiamo unirci tutti in questa lotta», ha spiegato Pastor.

L’ultima area è quella del club: se si vogliono raccontare le cose alla gente, bisogna iniziare da casa. Per una questione di credibilità e legittimità è necessario per il Betis fare i passi giusti per essere sempre più sostenibile e sempre più carbon-neutral. «C’è tutto il lavoro che facciamo con il club, dalle partite alla nostra attività giornaliera. Per ora abbiamo ridotto le emissioni nelle ultime quattro stagioni e stiamo vedendo l’evoluzione di questa cosa».

Evoluzione che «dipende da molti fattori: dall’evoluzione del Covid e dal fatto di partecipare alle competizioni UEFA per club o meno. Però stiamo vedendo una evoluzione. Abbiamo anche un comitato di sostenibilità, che riuniamo abitualmente con rappresentanti delle diverse aree affinchè possano partecipare, proporre e coordinare le diverse azioni. E qui ci stiamo muovendo, lavorando per ridurre sempre di più l’utilizzo di bottiglie di plastica, lanciare consigli di giorno in giorno perché il club sia più sostenibile: spegnendo le luci, l’aria condizionata, i computer e altre cose come queste», ha aggiunto Pastor.

Ma perché una società come il Betis ha deciso di impegnarsi in un’area come la sostenibilità ambientale? «Come società abbiamo sempre cercato di appoggiare la comunità nelle situazioni più difficili. Quando ci fu il Covid, convertimmo lo stadio in un centro logistico di fabbricazione di mascherine. Quando ci fu la questione del tema del vulcano a Las Palmas ci siamo mossi per aiutare e con la guerra in Ucraina idem. Cerchiamo di essere attenti a quello che succede e metterci del nostro».

Al centro Rafael Muela Pastor

«Siamo coscienti del fatto che il cambiamento climatico colpisca i più vulnerabili, quindi vogliamo stare con loro. Lo identifichiamo molto come un modo di essere, come dei valori. Il Betis non è solo un club di calcio, è un modo di vivere, di sentire, di interagire con la nostra gente. Di vivere in una piccola famiglia, della quale dobbiamo prenderci cura, e per questo stiamo facendo sforzi affinché si possa risolvere questa situazione così difficile», ha aggiunto.

Dalla Roma all’Inter, la collaborazione del Betis con altri club

Il Betis non è da solo in questo percorso, e Rafael Muela Pastor ci ha raccontato come si cerchi sempre di coinvolgere anche altri club: «Con tutte le squadre che vengono a giocare o contro cui giochiamo in un match UEFA cerchiamo di fare qualcosa. Molte volte è piantare simbolicamente un albero in un posto scelto assieme, soprattutto per ispirare, ma cerchiamo anche di diffondere se l’altro club sta facendo qualcosa di sostenibile e raccontarlo. Ma abbiamo anche fatto accordi con la ACB (lega di basket, ndr), la Supercoppa, la Liga Nacional de Futsal: va oltre il calcio e oltre il Betis, perché facciamo cose anche con altre squadre».

Tra le società coinvolte anche la Roma, che ha sfidato il club di Siviglia nella fase a gironi della UEFA Europa League: «Anche con la Roma abbiamo lavorato, piantando due alberi: uno qui quando sono venuti, e uno a Roma, a Villa Mazzanti. Penso che anche loro stiamo facendo molte cose in questo ambito».

Stesso discorso in vista dell’amichevole con l’Inter, programmata per il 17 dicembre. Pastor assicura che a proposito di ForeverGreen «sicuramente qualcosa faremo, ma ancora non abbiamo proposte. Normalmente parliamo con gli altri club e cerchiamo di trovare qualcosa da fare assieme. Ma sicuramente qualcosa ci inventeremo, per dare impulso ai nostri sforzi».

La responsabilità sociale e i legami con l’accordo Liga-CVC

Ma Forever Green ha un legame anche sul fronte economico? Magari con il progetto della Liga con CVC? «La mia percezione è che il tema sarà molto presente in quello che CVC chiederà ai club per poterli appoggiare finanziariamente. Ma non solo CVC, la mia impressione è che qualunque società, inclusi gli sponsor, ogni volta di più esiga che la società con cui si allea abbia una componente importante di responsabilità sociale. Non solo in materia ambientale, ma anche in altri ambiti».

In chiusura, Pastor offre una sua visione personale della maxi intesa che ha portato i fondi nella Liga, un progetto al quale ha lavorato anche la Lega Serie A in passato e che non si è mai concretizzato: «Non è la mia materia, ma dato l’impatto duro che ha avuto il Covid sul settore calcio un aiuto come questo favorisce la sostenibilità finanziaria di un’attività così importante, con impatto nell’impiego, nel PIL dei Paesi, nelle comunità e nell’identità. Credo che questo accordo sia stato positivo e in questo momento è molto utile perché ci sta aiutando a migliorare come club e aspiriamo ad avere un’attività più sostenibile per il futuro e questo è molto importante».

Infine un’ultima battuta su Forever Green e sul progetto sostenibilità: «Dico sempre che è molto importante che imprese, società e organizzazioni si sforzino con questi progetti, da Forever Green ad altri, altrimenti da qui a poco tempo il rischio è di non essere più sostenibili e di sparire. Tutti devono iniziare, anche poco a poco, e sicuramente si creeranno molte opportunità».

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