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(foto Insidefoto.com)

Le elezioni per il nuovo presidente della Figc sono alle porte: a sfidarsi, come noto, saranno tre candidati, ovverosia Cosimo Sibilia Damiano Tommasi e Gabriele Gravina.

Trai tanti temi affrontati, nei programmi elettorali di ognuno dei candidati è presente il tema della riforma del campionato. Abbiamo così deciso di mettere i tre programmi a confronto su questa particolare tematica.

Gabriele Gravina, presidente della Lega Pro, non punta ad una netta riduzione del numero delle squadre, ma in un cambiamento  diverso: ovverosia la ri-definizione del perimetro del professionismo. «La struttura dei campionati e le dinamiche organizzative di questi sono certamente determinanti per poter innovare l’intera cornice competitiva, in un’ottica di miglioramento tanto del prodotto calcistico che della salute gestionale dei club», spiega Gravina nel suo programma.

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Il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina (Insidefoto.com)

Riforma campionati Figc, le idee di Gravina

«Attualmente l’area del professionismo presente all’interno del nostro sistema federale è una delle più vaste e ramificate in Europa e, prima che il profilo puramente numerico, nella prospettiva italiana va analizzata la sua sostenibilità rispetto alle risorse disponibili. L’evidente squilibrio tra i partecipanti a questo mondo e la sua capacità di attrarre le giuste risorse per svilupparsi è certamente alla base di tale problematica«.

«Vi è ferma convinzione che i due fattori considerati – vale a dire il numero dei club ed il valore del prodotto calcio – non possano essere considerati singolarmente in quanto, in caso di riduzione tout court dei club nei vari campionati, gli indicatori di sostenibilità avrebbero un beneficio di breve termine (2 o 3 anni), ma tornerebbero a deprimersi nel lungo periodo in forza, appunto, della ridotta ampiezza delle competizioni. In questo senso depongono le iniziative restrittive che si sono succedute nell’ultimo decennio (diminuzione dai 132 ai 102 attuali)».

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Per puntare non solo alla sostenibilità ma anche al miglioramento della “competitive balance”, oltre alla crescita di redditività e di qualità tecnica, l’idea di Gravina è quella di inserire all’interno del perimetro del professionismo «i soli campionati della Lega Serie A ed alla Lega Serie B, entrambe a girone unico con 20 squadre ciascuna, comportando, se non marginalmente (la contrazione di 2 club per la Serie B), un’attuazione pressochè immediata nei tempi».

«Il vero elemento di innovazione di tale ipotesi progettuale – e certamente di distinzione rispetto ad altri dolorosi “tagli” e ettuati in precedenza – è la ri-conversione ed identificazione dei club associati nella Lega Pro in un livello agonistico del tutto nuovo, quello del semiprofessionismo», spiega Gravina. Una novità che, grazie anche ad interventi sul piano normativo sia Nazionale che Federale, potrebbe portare all’allargamento di alcune «disposizioni – quasi tutte rientranti nella sfera fiscale-tributaria – già previste per le tipologie dell’associazionismo (sportivo), per il cosiddetto Terzo Settore o per la più ampia platea delle Onlus. Il nuovo regime – certamente agevolativo ma comunque sottoposto a vincoli e limitazioni – sarebbe di facile ed immediata assimilazione per i club calcistici».

Riforma campionati Figc, il programma di Sibilia

La creazione di una fascia semi-professionistica è l’idea anche di Cosimo Sibilia. L’attuale presidente della LND, infatti, spiega che è chiara la necessità di rendere i campionati maggiormente competitivi, così come è evidente il problema di sostenibilità in alcune leghe per le società.

Cosimo Sibilia, presidente della LND (foto LND)

Sibilia non indica in termini numerici quale potrebbe essere la composizione dei campionati, ma spiega che «la F.I.G.C. dovrà farsi carico, in una più ampia riflessione sulle modifiche in tema di professionismo sportivo, di verificare con quali modalità possa pervenirsi all’istituzione di un campionato “intermedio”, una sorta di linea di confine, tra l’area professionistica e quella di vertice della Lega Nazionale Dilettanti».

«Una sorta di area “semi – professionistica”, nella quale le Società possano veri care la capacità di compiere il “salto”, in termini di qualità degli organici e di capacità economiche, per approdare successivamente all’area professionistica», conclude Sibilia.

Riforma campionati Figc, le idee di Tommasi

Anche Damiano Tommasi va oltre il numero delle società, puntando sulla sostenibilità. «Riteniamo che la vera riforma passi dall’innalzamento della qualita delle societa ammesse ai campionati professionistici», spiega l’attuale presidente dell’Assocalciatori. «La proposta e quella di mantenere per il momento l’attuale numero di club professionistici restringendo i paletti d’ingresso e selezionando così le societa ritenute professionistiche anche nei fatti. Una valutazione specifica dovra essere fatta per la Serie B, gia pronta in passato a modificare il format a 20 squadre».

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Damiano Tommasi, presidente dell’AIC (foto Insidefoto.com)

«Resterebbero per ora inalterati i sistemi di promozione e retrocessione tra la Serie A, la Serie B e la Serie C, con obbligo di ricostituzione dei rispettivi format tramite i ripescaggi. Questi ultimi, in Serie C, dovranno prevedere l’alternanza tra una seconda squadra e una squadra retrocessa», conclude Tommasi.

 

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