Il calcio è il gioco globale per eccellenza. È praticato e visto nella grande maggioranza dei paesi in tutto il mondo. Anno dopo anno, nascono nuovi campionati professionistici, e lo stesso mercato del lavoro dei calciatori ha subito un processo di internazionalizzazione negli ultimi decenni. Il CIES ha analizzato i giocatori di ogni parte del mondo, espatriati in ambito calcistico. La nozione di espatriati definisce i giocatori cresciuti fuori dalla federazione del loro club attuale, i quali si sono trasferiti all’estero per motivi sportivi.
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Emigrare per il calcio – Al 1° maggio 2018, sono stati registrati 12.425 calciatori espatriati
Al 1° maggio 2018, sono stati registrati 12.425 calciatori espatriati, appartenenti alle 2235 squadre delle 142 leghe di 93 federazioni nazionali analizzate. Gli espatriati rappresentano il 21,2% dei giocatori a livello globale (+ 1,2% rispetto al 2017). Questo equivale a circa 5,6 calciatori per squadra. La percentuale di espatriati varia tra il 25,4% nell’unica lega OFC rilevata (Nuova Zelanda) e il 9,6% a livello di CONMEBOL. I club di UEFA (24,9%) e CONCACAF (22,0%) mantengono una percentuale più alta di calciatori espatriati rispetto ad AFC (18,6%) e CAF (11,0%).
Per quanto riguarda l’età, i calciatori espatriati avevano in media 26,8 anni al 1° maggio 2018. Le squadre europee raccolgono gli espatriati più giovani (26,3 anni), mentre i più anziani si trovano in Asia (29,0). Questo a causa delle diverse regolamentazioni in tema di stranieri nelle squadre.
Al 1° maggio 2018, 178 federazioni nazionali avevano almeno un rappresentante che giocava all’estero nelle leghe analizzate (+2 rispetto al 2017). Il Brasile è il paese più rappresentato (1.236 espatriati, +42 rispetto al 2017), seguito da Francia (821, +45) e Argentina (760, -26). I cittadini di queste tre associazioni costituiscono il 22,7% del numero totale di espatriati. Questa percentuale aumenta al 43,4% tenendo conto dei dieci principali paesi “esportatori”.
Emigrare per il calcio – Brasiliani, francesi e argentini al top
Gli espatriati brasiliani sono presenti in un numero record di federazioni analizzate: 78 su 93. Anche gli argentini (65 federazioni), i francesi (62) e i nigeriani (60) sono attivi in più di sei paesi su dieci. Il maggior aumento del numero di espatriati rispetto al 1° maggio 2017 è stato fatto registrare dalla Francia: da 776 a 821 giocatori sotto contratto con squadre straniere.
In Europa, il Brasile è la nazione più rappresentata per quanto riguarda gli espatriati sotto contratto con i club: 824 giocatori. Tuttavia, la percentuale di brasiliani tra gli espatriati è molto più bassa in Europa (9,2%) rispetto all’Asia (24,0%). La Francia è il secondo paese esportatore di giocatori a livello europeo (727 giocatori, +61 rispetto al 2017), seguito da Serbia (424, -4), Croazia (327, +27) e Inghilterra (327, -12) . A parte il Brasile, le nazioni extraeuropee più rappresentate sono l’Argentina (265 giocatori, -15) e la Nigeria (249, +1).
Emigrare per il calcio – Un processo in crescita con la nascita di nuove leghe professionistiche
Il percorso internazionale con il maggior numero di espatriati coinvolti va dal Brasile al Portogallo. Al 1° maggio 2018, 240 giocatori brasiliani giocavano in Portogallo. Gli altri due principali canali migratori tra associazioni a livello mondiale collegano l’Inghilterra alla Scozia (110 giocatori), così come l’Argentina al Cile (106 giocatori).
Nonostante le differenze, questo rapporto mostra che la migrazione dei giocatori è una realtà consolidata nel calcio mondiale. Lo sviluppo di campionati professionistici in tutto il mondo probabilmente implicherà un’ulteriore crescita del numero e della percentuale di espatriati. Questo processo favorirà in primo luogo i giocatori dei paesi in cui il calcio è tradizione, dai quali proviene ancora una forte percentuale di espatriati (43,4% per le dieci maggiori nazioni esportatrici). Mentre importare alcuni giocatori dall’estero può essere utile per le nazioni che mirano a sviluppare il loro livello di calcio, la vera sfida risiede nella capacità di migliorare il livello di formazione impartito ai talenti del posto. Per raggiungere questo obiettivo, è necessario creare una strategia a lungo termine.