La stagione 2016-2017 sarà ricordata nella storia economico finanziaria della Serie A come quella del grande ritorno delle plusvalenze, secondo quanto contenuto nel Report Figc 2018, lo studio della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), sviluppato in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), con l’obiettivo di analizzare lo stato di salute del calcio italiano.
«Le plusvalenza sono cresciute dell’84,4% in una sola stagione, conseguenza da una parte di una politica più accorta dei club e dall’altra dell’inflazione che sta caratterizzando il mercato internazionale dei trasferimenti dei calciatori», si legge nell’analisi.
L’incremento da 376 a 693,4 milioni ha consentito quasi di neutralizzare il risultato netto negativo: il fatturato aggregato è salito infatti a 2,9 miliardi di euro.
«I ricavi di vendita sono aumentati dell’8,5%, a fronte di una crescita dei costi operativi soltanto del 3%. Il costo complessivo della produzione è invece salito del 6,7% a quota 2.752 milioni, a causa di una crescita del 21,5% della voce ammortamenti e svalutazioni».
«La ripartizione delle fonti di ricavo della Serie A resta sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente: i proventi della gestione caratteristica crescono tutti in misura contenuta, salvo i ricavi da sponsor e da altre attività commerciali che fanno registrare un incremento del 15,2%. Le entrate da diritti media raggiungono quota 1.224,8 milioni, in crescita del 9,4% grazie all’incremento dei proventi derivanti dalla partecipazione alle Coppe europee. Stabili invece i ricavi da stadio, che ora rappresentano soltanto l’8% del valore della produzione, nonostante un aumento del prezzo medio dei biglietti del 9,3%».
«Il risultato netto aggregato dei club di Serie A è il migliore degli ultimi 19 anni con una perdita di 30 milioni dai -250 milioni di un anno fa. In pratica la perdita media per club scende a 1,5 milioni rispetto ai -12,5 milioni dell’anno precedente. L’Ebitda è cresciuta da 351,9 a 781,9, con una media di +39,1 milioni a squadra».
«Da un punto di vista finanziario, il patrimonio netto si consolida a quota 301 milioni, il dato più alto dell’ultimo quinquennio. Molto meno soddisfacente l’andamento dell’indebitamento, cresciuto del 18,2% in un solo anno, da 3,1 a 3,6 miliardi».
«L’incidenza dei debiti finanziari sul totale resta intorno al 38%, ma c’è da registrare che molti club classi cano sotto la voce “altri debiti” forme nuove di finanziamento (prestiti obbligazionari, per esempio): una voce che ha avuto un balzo del 61% in una stagione. Così come del 24% sono saliti i debiti verso enti settore specifico, a testimonianza delle sofferenze di alcuni club nel rispettare le scadenze dei pagamenti relativi al calcio mercato».