Lo spagnolo Josep Guardiola è probabilmente l’allenatore più ambito nel mondo del calcio, ma non sempre, anche i migliori, riescono a realizzare le proprie ambizioni. Dopo il Brasile, vicino al tecnico catalano già nel 2012, spunta ora anche l’Argentina tra le nazionali che a Guardiola sarebbe piaciuto allenare.
Tornare a caratterizzare la carriera di Lionel Messi, il giocatore che ha rivoluzionato il calcio a Barcellona, è una possibilità che tutt’ora seduce il tecnico spagnolo. «Io credo che sarebbe venuto, mi ha detto che gli sarebbe piaciuto», ha dichiarato César Luis Menotti, uno dei suoi primi mentori, nel suo commento alla dpa. Menotti e Guardiola sono uniti non solo dalla stessa filosofia calcistica, ma anche da un legame personale che dura da diversi anni.
Campione del mondo con l’Argentina nel 1978, Menotti è stato uno dei primi a cui si è rivolto Guardiola per un consiglio, prima di iniziare la sua folgorante carriera di allenatore, ricca di titoli e riconoscimenti. Quel tour di Argentina nel 2006 comprendeva anche un ‘asadò con Marcelo Bielsa a Rosario: un vecchio aneddoto per spiegare le radici culturali del Guardiola allenatore. Quasi un decennio più tardi, Menotti ritiene che sia arrivato il momento per Guardiola di allenare una squadra come l’Argentina, nonostante la recente nomina di Gerardo Martino come ct del team albiceleste. «Io avrei portato Guardiola per un progetto diverso, e per porre le basi di una idea di calcio. Come avrei portato Rinus Michels, un ragazzo che ha fatto una rivoluzione nel mondo del calcio», ha spiegato Menotti.
L’ex allenatore di Argentina e Barcellona non ha negato che Guardiola «sia felice» al Bayern, dove ha ancora un paio di anni di contratto, ma non ha dubbi che allo spagnolo piacerebbe allenare un giorno la nazionale che un tempo fu sua. «Certo che si», ha detto Menotti convinto. «Naturalmente, sempre in un progetto con la possibilità di imporre o di aprire una nuova scuola», ha detto l’ex ct, che ha cenato con Guardiola durante la presenza del catalano a Buenos Aires con il Mondiale brasiliano in corso.
«Lui è felice dove si trova. Ma io dico che è ora che Guardiola sia un tecnico di una nazionale», ha continuato Menotti. Come ha recentemente riportato il giornale brasiliano «Lance», l’ex allenatore del Barcellona era disposto ad accettare la panchina della Selecao dopo la rottura con Mano Menezes avvenuta nel 2012, interrompendo il suo anno sabbatico; ma Guardiola ha aspettato diversi giorni una chiamata che non è mai arrivata, con la scelta che è finita poi su Luiz Felipe Scolari.
Con lo spagnolo al Bayern Monaco a partire dal 2013, la possibilità di mettere sotto contratto Guardiola è diventata più complessa, se non impossibile; di sicuro c’è che dopo la debacle del Brasile di Scolari in Coppa del Mondo probabilmente sarebbe stato l’uomo più giusto per ripartire. «Se fossi stato presidente della federazione brasiliana, avrei cercato Guardiola», ha aggiunto Menotti sulla scelta di Dunga alla guida della nazionale verdeoro. «Non perché Dunga non possa vincere, ma penso che il mondo del calcio debba ringraziare Guardiola, perché il Barcellona ha cambiato il modo di giocare”.
Fabio Colosimo