Dopo aver conquistato il controllo di Sky plc, la società quotata a Londra cui fa capo anche il controllo di Sky Italia, il presidente e CEO di Comcast, Brian L. Roberts, ha convocato a Philadelphia Andrea Zappia, ad di Sky Italia, e i suoi omologhi delle consociate nel Regno Unito e in Germania.
Nella riunione, tenutasi nelle giornate di giovedì 4 e venerdì 5 ottobre, sono state indicate le direttrici di sviluppo di Sky, dopo l’uscita della pay tv satellitare dal controllo di Rupert Murdoch e della sua 21st Century Fox.
Secondo quanto riportato dal settimanale Milano Finanza, l’obiettivo dichiarato di Comcast (88,5 miliardi di dollari di fatturato e 22,7 miliardi di utile nel 2017) è quello di confermare la leadership di Sky su scala europea (oggi gli abbonati totali sono superiori ai 23 milioni) e di espandere la presenza della pay tv in altri mercati del Vecchio Continente.
Così se la crescita organica nel Regno Unito (Inghilterra e Irlanda) è data per scontata e non necessita di chissà quali nuove chiavi di lettura (in cinque anni i clienti retail sono saliti del 16,5%, assestandosi a 12,996 milioni), in Italia (4,82 milioni di abbonati, +1,4% rispetto al 2013) e Germania (5,19 milioni di clienti, +50,3%) Comcast intende accelerare.
Grazie agli investimenti nei diritti tv della Serie A, della Bundesliga, delle competizioni europee e degli altri principali sport (Formula1 e MotoGp), Sky al momento non teme la concorrenza di Dazn. Anche se l’ arrivo dell’ operatore Ott non può essere preso sotto gamba. Per questa ragione, i manager delle società in Italia e Germania devono continuare ad aggredire i rispettivi mercati.
Comcast non è mai stata presente sui mercati del Vecchio Continente e quindi vuole studiarli con attenzione e, soprattutto, non intende farsi sfuggire nessuna opportunità di sviluppo.
Ma per affrontare la sfida globale con Netflix e, in un futuro prossimo, con Amazon e gli altri colossi digitali, Comcast vuole ampliare la presenza della tv satellitare nel resto d’ Europa. I Paesi del Nord Europa sono considerati il prossimo target.
Quindi è plausibile che il brand Sky nei prossimi anni possa approdare anche in questi mercati, dall’Olanda alla Scandinavia. Ma va studiata un’ offerta ad hoc per un pubblico diverso da quello inglese e da quello italiano. Non è contemplata, per ora, l’opzione Francia, mercato ritenuto complesso. Tanto più che Canal+ (gruppo Vivendi) da anni è in sofferenza.
Un’altra direttrice di sviluppo è rappresentata dalla Spagna, non fosse altro per la diffusione della lingua castigliana in Sud America, altro bacino rilevante per Comcast.
E così, se al momento Sky è presente sul mercato iberico con un’ offerta mobile/digitale in accordo con il leader delle tlc Telefonica, l’interesse è quello di ampliare la presenza puntando su sport e serie tv e arrivando a definire una gamma di prodotti simili a quelli distribuiti nei mercati dove attualmente detiene la leadership indiscussa.
Un altro mercato, seppure considerato di piccole dimensioni, sul quale puntare è la Svizzera, dove per ora è stata lanciata la proposta commerciale via app.
Infine, per Comcast vi è una quarta opzione per la differenziazione delle attività europee della pay tv. Visto che negli Usa il cavo è il core business, non è da escludere che Roberts voglia studiare il mercato della telefonia e della banda larga sui mercati europei di competenza.
Al momento, è bene specificarlo, si tratta di un’ opzione tutta da valutare. Ma non è da escludere che parallelamente all’ampliamento della proposta televisiva, il big d’Oltreoceano non valuti l’ acquisizione di qualche operatore tlc. Un player di dimensioni medie, presente nelle aree già coperte dall’offerta televisiva e con una spiccata vocazione per la fibra e il cavo. Caratteristiche che porterebbero a individuare in Fastweb una possibile preda.
Ma al momento non vi è alcuna indicazione in questo senso. Anche perché Swisscom non è intenzionata a mollare la controllata italiana.