Paolo Scaroni (Youtube)
Paolo Scaroni (foto: Youtube)

Dopo la pubblicazione delle motivazioni con cui il Tas ha parzialmente accolto il ricorso contro la decisione della Uefa di sanzionare il club per il mancato rispetto dei parametri del Fair Play Finanziario il Milan si ripresenterà a Nyon il 20 novembre per ridiscutere il proprio caso davanti la Camera Giudicante (Adjudicatory Chamber) del Club Financial Control Body (CFCB).

Il Tas, nel ritenere sproporzionata la sanzione che era stata comminata al Milan la scorsa estate, ha infatti stabilito che toccherà nuovamente alla Camera Giudicante del CFCB emettere un nuovo verdetto sulla società rossonera, anche alla luce degli elementi di novità emersi negli ultimi mesi (a partire dal cambio di proprietà e dell’arrivo come azionista di controllo del fondo Elliott) che non erano stati tenuti in debita considerazione al momento del giudizio del 19 giugno scorso (reso poi pubblico dalla Uefa il 27 giugno).

La Adjudicatory Chamber dovrà dunque emettere un provvedimento disciplinare proporzionato al rosso in bilancio segnato nel triennio 2015, 2016 e 2017, periodo in cui il Milan ha registrato una perdita aggregata di 146 milioni, con un deficit di 121 milioni rispetto alla deviazione accettabile di 25 milioni (il tetto è ridotto rispetto ai meno 30 milioni, alla luce del fatto che il bilancio 2017 è relativo solo a 6 mesi).

Si tratta degli ultimi tre anni di gestione del Milan sotto il controllo del gruppo Fininvest, prima che la società passasse ai cinesi e poi ancora agli americani di Elliott.



Il 20 novembre a Nyon inizierà una discussione sulla sanzione che dovrebbe essere quantificata entro la fine del 2018. Il limite non è casuale, gennaio è mese di mercato e il club dovrà sapere se obbligato o meno a muoversi entro certe restrizioni.

La concessione del voluntary agreement, cioè l'accettazione da parte dell'Uefa di un percorso di risanamento dei conti condizionato all'arrivo di una nuova proprietà (come nel caso di Elliott), secondo la Gazzetta dello Sport, sembra essere l'ipotesi meno probabile. E anche la concessione del settlement agreement, come emerso dall'interpretazione data dal Tas, non è automatica ma è una libera scelta della Uefa.

Sempre secondo la Gazzetta una multa appare scontata, anche se commisurata all'errore e rateizzabile negli anni.

C'è poi il fattore ambientale che potrebbe giocare a favore dei rossoneri. Le rivelazioni di Football Leaks sui presunti favori da parte della dirigenza Uefa nei confronti di Paris Saint-Germain e Manchester City proprio in termini di controlli sul Fair Play Finanziario potrebbero rafforzare la tesi difensiva del Milan per ottenere una sanzione equa.

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