La normativa sull’imposta sostitutiva per i redditi prodotti all’estero può favorire la Serie A per quanto riguarda l’acquisto dei giocatori, grazie ad una maggiore attratività. Argomento che avevamo già affrontato negli scorsi mesi, ma che ora trova conferme da parte di un club.
A spiegarlo è infatti la Juventus, che analizza il tema in un documento ufficiale messo a disposizione dei sottoscrittori del bond da 175 milioni di euro lanciato nei giorni scorsi a Dublino.
Nel dettaglio, analizzando le potenziali problematiche relative all’acquisto dei giocatori, la società bianconera spiega: “Dato che l’Emittente concede ai giocatori una retribuzione al netto delle imposte, comprese le imposte sul reddito, altri fattori che possono influire sui salari dei giocatori sono variazioni delle aliquote fiscali personali, modifiche al trattamento dei redditi o altre modifiche alla tassazione in Italia e ciò potrebbe influenzare la capacità dell’Emittente di attrarre giocatori e tecnici dall’estero o imporlo a pagare stipendi più alti a loro”.
"Sotto questo profilo, dal punto di vista fiscale, l'Italia - e le società calcistiche italiane - sono diventate più attraenti per i giocatori stranieri grazie al regime fiscale italiano favorevole che consente alle persone straniere che trasferiscono la loro residenza in Italia di beneficiare di un'imposta sostitutiva forfettaria annuale pari a € 100.000,00 per tutti i redditi percepiti all'estero per un periodo di quindici anni. Non è possibile garantire che tale regime fiscale non cambierà in futuro".
Un tema che avevamo già analizzato negli scorsi mesi, anche in relazione all'arrivo di Cristiano Ronaldo.
Ronaldo e il fisco: come la “Norma CR7” può attrarre altri grandi campioni
“Non si tratta di una tassazione agevolata – ha spiegato Luigi Belluzzo, managing partner di Belluzzo, studio internazionale attivo nel Tax&Wealth, a Calcio e Finanza -, ma di un regime alternativo fiscale in base al quale alcuni soggetti, purché ne abbiano diritto, hanno la possibilità di pagare una imposta di 100mila euro all’anno per un massimo di 15 anni, che va a coprire tutti i redditi di fonte estera più tutte le imposte per i patrimoni detenuti all’estero. Possono sfruttarla soggetti che spostano la residenza in Italia e che per almeno 9 degli ultimi 10 anni siano stati residenti all’estero e vale solamente su redditi esteri: su redditi italiani, ovviamente, pagano le tasse come tutti noi”.