Il presidente UEFA Aleksander Ceferin ha esortato gli arbitri a fermare le partite, se necessario, al fine di contribuire a eliminare quello che viene considerato come un allarmante ritorno del fenomeno del razzismo tra le tifoserie nel calcio.
Ceferin ha aperto così una conferenza sulla discriminazione della UEFA, organizzata in collaborazione con la Federcalcio inglese, e ritiene che siano giunto il momento per gli ufficiali di gara di prendere in mano la situazione e di far rispettare il protocollo UEFA.
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«Mi vergogno che qui in Europa non passi un fine settimana senza atti discriminatori che si svolgono in uno stadio di calcio, a livello amatoriale o di livello professionistico», ha detto ai delegati. «Mi vergogno di vedere i movimenti estremisti usare il nostro sport come veicolo per i loro messaggi di odio e intolleranza», ha aggiunto il presidente della UEFA, secondo quanto riportato da “Inside World Football”.
Ceferin ha ricordato che le gare possono essere interrotte, sospese o addirittura concluse: «Gli arbitri lo sanno, ma sono persone, ed è difficile decidere se agire o meno. È un grande passo. Ma parleremo con loro e gli diremo di essere coraggiosi, di avere fiducia, di non avere paura di agire. Nel momento in cui una partita viene interrotta, o non viene giocata, penso che il 90% delle persone normali nello stadio potrebbe prendere a calci nel sedere quegli idioti. È il 2019, non è un secolo fa».
«Uno stadio non deve, e non deve mai essere, un forum in cui le persone sono autorizzate a esprimere la loro nostalgica fascinazione nostalgica», ha proseguito ancora Ceferin. E sulle sanzioni applicate finora dala UEFA ha spiegato: «Non vedo alcuna sanzione più severa che far disputare partite in stadi vuoti, cosa che è accaduta in Croazia alcune volte, e sanzioni pecuniarie. Se la cosa diventa cronica, potremmo decidere di escludere un club o una nazionale da una competizione, tutto è possibile. Ma questa è l’ultima risorsa».