Giorgetti cori razzisti
Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Foto: Samantha Zucchi Insidefoto)

Non si spegne l’eco delle polemiche sorte in seguito alla semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Milan e Lazio in cui i sostenitori laziali si sono distinti, a più riprese, per cori di stampo razzista ai danni di Kessie e Bakayoko. Il club di via Aldo Rossi ha preso la parola nella giornata di ieri condannando il comportamento, ma a questo hanno fatto seguito anche le parole di Leonardo: il dirigente si è chiesto come mai le istituzioni non abbiano condannato l’accaduto, mentre lo avevano fatto in modo davvero duro quando i giocatori rossoneri avevano mostrato dopo la gara di campionato la maglia di Francesco Acerbi.

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Ora è il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che ha la delega allo Sport, a intervenire sul tema dei buu razzisti nel calcio e a dare una sua “ricetta” su come provare a sconfiggere in modo, si spera definitivo, il fenomeno.

“Ci sono sofisticati sistemi per identificare chi si rende responsabile di questi episodi. Cominciamo ad allontanare dagli stadi quelli che vanno solo per fare casino. Bisognerebbe copiare dall’Inghilterra – ha detto il politico -. Se decidiamo che è il prefetto che interrompe le partite – aggiunge a margine di un incontro a Novara – lo sport ha perso. E’ un delicato equilibrio: ci vorrebbero pene esemplari”.


Quello dei buu razzisti, per Giorgetti, "è un tema che abbiamo già affrontato in passato, al confine tra l'ordine pubblico e l'interesse delle società a che la manifestazione sportiva avvenga. Le regole ci sono - aggiunge - incominciamo ad applicarle perché il mondo del calcio, e dello sport in generale, è un po' malato sotto questo profilo".

 

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