Var Francia

Ligue 1 Superchampions – Non accenna a placarsi il dibattito sul futuro delle coppe europee. Questa volta tocca alla Ligue 1 francese, ad eccezione del Paris Saint-Germain, contestare la tanto chiacchierata riforma della Champions League. Il massimo campionato francese si riunisce oggi in assemblea straordinaria per esprimere una maggioranza ostile e compatta.

In ballo ci sono i diritti tv della Ligue 1. Come spiega “La Gazzetta dello Sport”, secondo alcune stime, la riforma potrebbe infatti farne crollare il valore dall’ 1,1 miliardo di euro annuale programmato per il 2020/2024, a circa 300 milioni.

Solo il Psg sembra favorevole alla riforma, anche se il Lione si è avvicinato tramite le parole del presidente Jean-Michel Aulas: «Sul principio non sono contrario. Mi va bene ottenere più risorse, allargare a 128 il giro dei partecipanti alle gare europee, accedervi per merito e non solo su base nazionale. Restano però vari punti da chiarire. Il Lione su scala europea oggi è come una start-up. Abbiamo difficoltà a crescere perché da noi non troviamo risorse televisive necessarie per far parte delle prime dieci grandi d’ Europa. Questa riforma ci permetterebbe di fare un salto di qualità».

Un punto di vista condiviso in parte anche da Jacques-Henri Eyraud, il presidente delegato del Marsiglia: «Secondo me l’attuale Champions è già una competizione chiusa. La sua eventuale evoluzione, comunque difficile da realizzare se va contro gli interessi delle competizioni nazionali, segue il corso della storia. Invece di rifiutare in tronco qualsiasi progetto di riforma, dovremmo batterci per ottenere più spazio per i nostri club nell’ élite europea».

Dal canto suo, il presidente federale Le Graet è preoccupato dalle modifiche del calendario, che ridurrebbero da 12 a 8 le partite dei Bleus di Deschamps con potenziali tagli di sponsor. La sua idea sarebbe quella di riformare l’attuale formula per portare direttamente in Champions tre francesi, più una ai preliminari.

La Ligue 1, insomma, non vuole stravolgere tutto proprio ora che i diritti tv si preparano a toccare gli 1,1 miliardi di euro annui, un balzo notevole rispetto all’attuale contratto di 391 milioni che potrebbe consolidare la crescita globale del movimento che può contare su stadi moderni, regole certe, e l’interesse crescente di investitori stranieri.

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