Blitz a New York per Massimo Ferrero con lo scopo di incontrare Jamie Dinan, il fondatore di York Capital che da più di un anno, a titolo personale, è interessato a rilevare la Sampdoria.
Come scrive Il Secolo XIX, l’assenza del presidente della Sampdoria ieri pomeriggio al Bentegodi non è stata affatto casuale. Raramente Ferrero ha saltato una partita della Samp e solo per impegni di famiglia improrogabili. Stavolta no, l’impegno era differente.
Nelle ultime due settimane lo scambio di documenti tra Corte Lambruschini e i legali di Aquilor Capital si è notevolmente rallentato, tanto che sono tornate a crescere le quotazioni della cordata che vedo coinvolto anche l’ex campione blucerchiato Gianluca Vialli.
Nelle ultime settimane, sottolinea il quotidiano ligure, Ferrero ha preso tempo in attesa del rilancio del gruppo rappresentato dell’ex bomber dello scudetto, che è arrivato a metà della settimana scorsa.
Forse addirittura hanno usato Aquilor per indurre al rilancio Vialli. E quando l’advisor ha ricevuto la proposta, Romei e Ferrero hanno svoltato e deciso che era arrivato il momento di andare a vedere di persona Dinan negli States, forse non a caso prima di incontrare Giampaolo.
E gira, tra l’altro, fortissima la voce che un consigliere occulto di questa mossa sia Edoardo Garrone, che non ha mai nascosto la propria simpatia (anche via social) per l’operazione condotta dal suo amico nonché compagno di golf.
Lo scopo della missione negli USA di Ferrero è quello di capire se ci sono le possibilità per chiudere la trattativa a breve, cercando possibilmente di alzare ancora un po’ il prezzo.
Visto che non si tratta del migliore offerente (quindi la virata è dettata da altri motivi, organizzativi), l’offerta di Dinan e soci è inferiore a quella di Aquilor di una manciata di milioni: è composta da una parte cash che si aggira attorno ai 65 milioni, più una serie di premialità legate anche ai piazzamenti della Samp nelle prossime stagioni. Il tutto per arrivare attorno ai fatidici 90.
In più, quella parte debitoria quantificata attorno ai 25/30 milioni di euro per arrivare alla tripla cifra. Su eventuali debiti non emersi dalla due diligence il gruppo Vialli si è dimostrato più flessibile rispetto a Aquilor, che invece una volta chiusa la trattativa non li avrebbe presi a suo carico, rimettendo li a Ferrero.