È solo la dodicesima giornata, il tempo per recuperare ci sarebbe, ma il Parma ormai sembra davvero una nave allo sbando, senza timoniere e soprattutto senza una rotta da seguire. La gara che doveva rilanciare la squadra emiliana dopo il 7-0 di Torino con la Juventus si è trasformata nell’ennesima debacle, la decima, in uno stadio apertamente schierato contro la dirigenza crociata.

“La salvezza è l’unica buona uscita. Ghirardi e Leonardi la pazienza è finita” hanno scritto i Boys 1977, gli ultras del club emiliano, in uno striscione affisso prima della partita. Il riassunto di un lungo comunicato diramato prima del match dove scrivevano “Ghirardi se ne vada in fretta e senza troppi patemi d’animo”.

A pensarla così anche gli altri settori dello stadio quando, dopo il 2-0 toscano, è esplosa la contestazione. Forse la più dura contro la società di tutta la storia del Parma. In mezzo a tutto questo l’ennesima, inguardabile, prova di una squadra decimata dagli infortuni (oggi mancava anche Mirante mentre capitan Lucarelli era in panchina per problemi fisici) e stritolata da un Empoli che, senza sudare più di tanto, ha portato a casa i tre punti.

Donadoni non sembra avere più la squadra in pugno ma per la verità il materiale umano a sua disposizione, o quello che gli resta tolta l’infermeria, è tutto tranne che da serie A. Sul campo la conferma.

Il comunicato nel pre-partita

“Vogliamo che Ghirardi se ne vada in fretta e senza troppi patemi d’animo, visto che dubitiamo seriamente della stabilità finanziaria e della continuità aziendale del club, e che negli ultimi tempi la sua presenza presso le sedi del club crociato è da considerarsi pari a zero”.

Per la prima volta i Boys 1977, il gruppo ultras della curva nord del Parma Fc, chiedono un passo indietro al presidente del club emiliano e alla sua dirigenza. Lo hanno fatto con un comunicato distribuito in mattinata, a poche ore dal match del Tardini con l’Empoli: “Ghirardi e Leonardi la pazienza è finita – si legge ancora nella nota – Non accettiamo più il modus operandi sino ad ora attuato, qualcuno se ne deve andare, altri devono cambiare atteggiamento nei confronti dell’intera città”.

E poi “ci sentiamo presi in giro dalla dirigenza al completo visto che abbiamo dato loro il tempo di riconciliarsi con la piazza e iniziare a dire le cose come stanno con i soldi, con i debiti, con il Tas e chi più ne ha più ne metta”.

Fabio Colosimo

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.