È possibile che in seguito all’invasione della Siria sia revocata la scelta di Istanbul per disputare la finale di Champions del prossimo 30 maggio? “Revocare una finale è un atto forte. Penso che ora non siamo nemmeno nelle condizioni di discuterne – ha risposto Michele Uva, vicepresidente dell’Uefa, ospite di ‘Radio anch’io Sport’ – E’ chiaro che con il comitato esecutivo ed il presidente Ceferin, valuteremo le situazioni, ma mi sembra assolutamente prematuro parlare di sanzioni a questo livello”.
Certo è che “il calcio non può far finta di nulla” a proposito di quello che sta succedendo in Siria, ha aggiunto Uva. Il saluto militare dei giocatori turchi dopo la vittoria con l’Albania potrebbe avere ripercussioni? “Lo sport, e soprattutto il calcio che ha una esposizione mediatica mondiale, non può permettersi segni distintivi di natura politica. Certi gesti sono assolutamente da biasimare”.
Il tipo e l’entità di eventuali sanzioni “dipende molto non solo dai referti del delegato Uefa e dell’arbitro, ma chiaramente dalle immagini televisive e fotografiche – ha spiegato ancora il dirigente – Quella della federazione è una sanzione per responsabilità oggettiva, poi si può passare anche a sanzioni per i singoli giocatori. Ma sono valutazioni che vanno fatte solo dopo aver visto tutto il materiale e questo spetta agli organi inquirenti e giudicanti”.
Questa sera si gioca Francia-Turchia e all’andata la Marsigliese venne fischiata: “Mi aspetto che sia una bellissima partita perché ha un valore sportivo altissimo – è l’auspicio di Uva – Mi auguro che tutto sia ricompreso in uno spettacolo sportivo straordinario. C’è attenzione dal punto di vista della sicurezza, ma spero che i tifosi dimostrino di amare il calcio e di non sconfinare nell’ambito politico, che è qualcosa che ci fa tremare tutti”.
E’ il festival dell’ipocrisia.
Non solo dell’UEFA che ora dice “è prematuro” e tra un po’ di tempo dirà: “è troppo tardi per cambiare”.
Anche i media, che si affrettano a parole a compiacere il sentimento prevalente della gente, ma che poi non fanno niente.
E potrebbero tranquillamente costringere l’UEFA a cambiare sede, se realmente volessero non solo lavarsi la coscienza.
Basterebbe che i network, Sky, Bein ecc… dicessero: “non trasmetteremo la finale se la fate a Istanbul” e non faremo prima nessuna pubblicità e nessun traino, e i giornali analogamente dicessero “non daremo nessuna copertura all’evento”.
E oltre a loro pure gli sponsor, basterebbe appena che minacciassero di non fare gli spot.
Invece dicono solo un po’ di belle parole, gr.atis. E fine.
The show must go on.