Infantino – A Dubai Gianni Infantino ha risposto duramente a quei critici che sostengono che le regole del fair play finanziario della Uefa siano troppo favorevoli ai club più ricchi d’Europa.

Barcellona, ​​Bayern Monaco e Real Madrid hanno dominato le ultime fasi della Champions League in questi anni portando i club rivali a suggerire che la concorrenza con l’elite d’Europa sia da considerarsi molto difficile. Allo stesso tempo la Uefa ha introdotto nuove regole volte a ridurre la minaccia di fallimento tra i partecipanti alle Champions League costringendo i club a vivere con i propri mezzi. Ma i critici ritengono che una conseguenza delle nuove leggi sia quello di rafforzare la morsa delle primi cinque o sei squadre che beneficiano dei maggiori ricavi e, per definizione, dei più grandi budget per le apese relative ai giocatori.

Durante la Conferenza Internazionale Sport di Dubai il Segretario Generale UEFA, Gianni Infantino, ha spiegato la strategia dell’organo di governo in relazione al fair play finanziario. Respingo la critica perché è completamente sbagliata”, ha detto Infantino a Goal.com. “E ‘sufficiente osservare lo sviluppo dei club negli ultimi anni per vedere che è sbagliata. L’unica cosa che il Fair Play Finanziario fa oggi è cambiare la mentalità dei club. Non dimentichiamo che abbiamo avuto 1.7 Miliardi di euro di perdite totali per i club europei, due anni fa, e oggi siamo a 700 milioni. Un grande miglioramento in soli due anni”. Infantino ha aggiunto poi: “La regola di base del Financial Fair Play è che non si può spendere più di quanto si genera come entrate. Non è necessario essere Einstein per sviluppare una norma del genere, è semplice buon senso. E’ quello che facciamo tutti a casa con le nostre famiglie. Quello che abbiamo nel nostro portafoglio lo possiamo spendere e non di più”.

Infantino ritiene che spetta ai club costruire il proprio reddito attraverso attività off-the-field in modo che siano in grado di poter essere competitivi senza violare le regole del fair play finanziario. “Se si guarda allo sviluppo dei club europei nel corso degli ultimi anni, si può chiaramente vedere che alcuni club, che hanno fatto alcuni tipi di investimenti, sono stati in grado di svilupparsi in un modo abbastanza significativo. I conti del Real Madrid e Milan, per esempio, erano molto simili cinque o sei anni fa. Ma oggi il Real Madrid ha tre volte maggiori ricavi a causa di alcune attività di marketing. Un altro esempio sono i ricavi da stadio. In Italia, si hanno stadi con 80.000 posti a sedere rispetto all’Inghilterra, dove si hanno alcuni stadi con 40.000 posti, come il Chelsea. Ma i ricavi dello stadio del Chelsea sono quattro volte superiori a quelli del Milan”, ha sottolineato Infantino.

Infantino e la Uefa vogliono la sana competizione

Secondo Gianni Infantino i club dovrebbero investire per poter competere tra loro e ciò che vuole la Uefa è, in particolare, che un club sia sano, cosa che porterebbe ad una sana concorrenza e a degli investimenti sani.I club dovrebbero almeno andare in pari. Questa è la base di ciò che vogliamo e pensiamo, le prove degli ultimi anni hanon dimostrato che questo è possibile“, ha detto Infantino, che ha, inoltre, sostenuto che le disuguaglianze di fascia alta sono endemiche e il ruolo del fair play finanziario non è quello di arginare la marea. “Inevitabilmente avrete grandi club e piccoli club. Guardando indietro storicamente, nel 1960, ad esempio, i club con i più grandi stadi hanon avuto il maggior numero di entrate e generato la maggior parte dei soldi ché sono stati investiti nei migliori giocatori. Non è l’obiettivo del fair play finanziario quello di far giocare tutti allo stesso livello. E’ come con i sistemi politici in cui tutti sono allo stesso livello finanziario, ma.che hanno dimostrato di non poter funzionare. Alla fine si tratta di creare una sana competizione e se si riesce a incrementare le proprie entrate si potrà competere maggiormente. Il Borussia Dortmund è un buon esempio. Questo club era fondamentalmente in bancarotta pochi anni fa e due anni fa era in finale di Champions League. Dimostra che è possibile. Investendo nei giovani e nelle infrastrutture si possono generare più ricavi e si potrà essere in grado di competere. Si dovrebbe anche ricordare come la Champions League – negli ultimi 22 anni – non abbia mai visto la stessa vincitrice due volte di fila. Esso dimostra che nel calcio non è solo il denaro che conta, è ciò che accade in campo a fare la differenza”.

Alberto Lattuada 

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Alberto Lattuada è nato a Milano e da sempre è appassionato di calcio e finanza. Ha scritto per diversi siti specializzati nel mondo del calcio e del forex. Dal novembre 2013 dedica anima e corpo allo sviluppo e alla crescita del portale CalcioeFinanza.it

1 COMMENTO

  1. da che mondo e mondo un’azienda che vuole crescere in un determinato settore deve fare investimenti e chiudere all’inizio bilanci in perdita. E nel calcio gli investimenti (e gli affari) si fanno sui cartellini dei giocatori. E’ con una grande squadra che si aumentano i tifosi, gli sponsor, si ottengono risultati sportivi e si vendono i diritti televisivi, il fairplay finanziario impedisce questo normale svolgimento del processo economico, lo stravolge ipotizzando che possa funzionare al contrario e serve solo alle grandi società per diventare più grandi e di aumentare il distacco sulle società più piccole.

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