“Siamo tutti uguali, è inutile che continuate a rompere gridando ai neri che sono scimmie e lanciandogli le banane. Se non riuscite a capire che siamo tutti uomini, vi dico che siamo tutti scimmie: uguaglianza”. Simone Fugazzotto con una storia su Instagram, ha reagito così ieri sera alle critiche montate nelle ultime ore nei confronti del suo ‘Trittico’ contro il razzismo, la composizione con tre scimmie, una con i tratti occidentali, una asiatica e una nera, dipinte live durante la finale di coppa Italia a maggio, che allora non suscitarono il clamore emerso oggi, dopo l’esposizione dell’opera nella sala stampa della Lega Serie A.
“Ho sentito che qualcuno si domandava perché usare le scimmie per parlare di razzismo – aveva notato nel pomeriggio il quotato artista milanese classe 1983, parlando in conferenza stampa al fianco dell’ad della Lega Serie A, Luigi De Siervo, che ha illustrato le iniziative intraprese contro il razzismo -. Intanto l’ho fatto perché dipingo solo scimmie, come metafora dell’essere umano. E poi perché mi sono sentito umiliato l’anno scorso per i versi della scimmia a Koulibaly. Non ho dipinto scimmie per questa cosa, io dipingo scimmie sempre, da 5-6 anni”.
“Perché quindi proprio le scimmie? Perché visto che è impossibile dire alle persone che non esiste dare della scimmia a qualcuno solo perché è nero, ho pensato, insegno che siamo tutti scimmie, girando il concetto. Ho fatto la scimmia occidentale, con gli occhi azzurri, la scimmia asiatica con gli occhi a mandorla e la scimmia nera, al centro. È da dove nasce tutto, la teoria evolutiva dice questo. La scimmia diventa la scintilla per insegnare a tutti che non c’è differenza, non è che uno è uomo e l’altro è scimmia, a questo punto siamo tutti scimmie, se proprio ci tengono tanto a dire ad un nero che è una scimmia”, ha concluso Fugazzotto nella conferenza stampa di ieri.
Nella serata di ieri Fugazzotto è intervenuto su Instagram, stupito del “casino mediatico” emerso adesso dopo che non era successo nulla a maggio, quando il ‘Trittico’ finì anche sui giornali: “È assurdo, non capisco come si possa essere sviluppata questa polemica. Ma l’artista deve creare polemica, discussione, però deve essere civile. Io sono un fratello del mondo e questo non cambierà mai”.