Collina gudizio VAR
Pierluigi Collina (Cesare Purini / Insidefoto)

Pierluigi Collina compie 60 anni e ripercorre la sua carriera in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando anche del Var.

«Il Var aiuta a decidere più in fretta? L’arbitro deve decidere come se la tecnologia non esistesse. L’obiettivo è non averne bisogno perché le decisioni sono corrette ed è per questo che lavoriamo attraverso la preparazione. Poi lui sa che esiste un paracadute che può correggere un errore, anche se l’errore resta: magari voi giornalisti lo dimenticate, ma chi giudica l’arbitro no. Se rimpiango di aver arbitrato senza Var? Ai miei tempi non c’erano neanche le 40 telecamere in 5K», le parole del presidente della Commissione Arbitri della FIFA.

«Come ci si sentiva da numero uno? Molto bene. Ma le aspettative erano sempre altissime. Non potevi prendere un giorno di riposo. Intendo che non potevi dire “se oggi mi impegno un po’ meno fa lo stesso”. Mercoledì United-Real di Champions e domenica la Serie B: mi è successo. E per me erano entrambe finali. Anche se a ripensarci oggi un po’ mi spiace una cosa. Se per te tutte le partite sono uguali, finisci col viverle in modo normale. E così i ricordi di una finale mondiale sono meno definiti».

«Una cosa che non rifarei? Rifarei tutto. Ho sbagliato, e ci mancherebbe, ma nessun errore perché non ho dato il massimo. Allora sì avrei rimpianti. Più difficile da arbitro o da capo degli arbitri? Da arbitro sei padrone del tuo futuro, da allenatore il tuo futuro dipende da altri».

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