«Dico solo che come gli sforzi della proprietà non sono stati ricompensati, così l’impegno delle persone che lavorano non ha avuto risultati adeguati. È un po’ difficile gettare la croce addosso a Elliott per le scelte tecniche».
Così il presidente del Milan, Paolo Scaroni, intervistato dal Corriere della Sera, ha dato la sua valutazione sull’operato dei dirigenti che nei due anni di gestione del fondo Elliott hanno avuto la responsabilità dell’area tecnica del club.
«Non sono io che mi occupo della parte sportiva», ha spiegato Scaroni, «ma ripercorro un po’ la storia di Elliott. Si è trovato proprietario in una situazione in cui non c’era la liquidità per iscriversi al campionato, ha messo in sicurezza il club, ha assunto un manager di profilo internazionale come Gazidis, ha investito 250 milioni sul mercato, ha lanciato il progetto stadio. Gli sforzi compiuti non sono proporzionati ai risultati, però Elliott ce l’ha messa tutta».
Massima fiducia invece in Ivan Gazidis, l’amministratore delegato uscito rafforzato dallo scontro interno che ha portato al licenziamento del Chief Football Officer, Zvonimir Boban.
«Gazidis è un professionista assoluto, ho fiducia che nel tempo la sua attività verrà ricompensata», ha spiegato Scaroni al Corriere della Sera, che sull’addio di Boban ha detto: «La partenza di Boban, che pur mi è simpatico, non è una priorità nella mia testa».
Scaroni, pur non risparmiando critiche alla gestione tecnica del club nei due anni di gestione del fondo Elliott spera comunque che Paolo Maldini possa restare in società.
«Me lo auguro», ha affermato il presidente rossonero, «Detto tutto questo, da uomo d’azienda, dico che quando dei dirigenti vogliono fare un’intervista devono concordarla, uno non può alzarsi e esprimersi in libertà, perché acuisce la confusione. Vale anche per me, che sono il presidente: concertare l’immagine della società è necessario».
E su Pioli: «Ha fatto un ottimo lavoro, è riuscito a far cambiare faccia al Milan, considero quello con il Genoa un inciampo transitorio. Bisogna portare pazienza ancora un po’».