Brescia cessione
Massimo Cellino, presidente del Brescia (Photo by Clint Hughes/Getty Images)

A più di un mese di distanza dall’ultima partita disputata, anche se in un clima surreale dettato dall’esigenza di giocare a porte chiuse, è ancora difficile capire se realmente si potrà pensare a una ripresa del campionato, che potrebbe avvenire, secondo le ipotesi a fine maggio. Tra i contrari all’idea c’è però il presidente del Brescia Massimo Cellino, che non dimentica il dramma vissuto nella città lombarda, una di quelle che ha registrato il maggior numero di vittima a causa del Coronaviurs, insieme a Bergamo.

E il patron delle “Rondinelle” non usa grandi giri di parole: “La Fifa dice finiamola qui, il Coni anche, la nostra Federazione ricorda il Governo che forma un sacco di commissioni. Stiamo vivendo una tragedia, vivo a Brescia e sto vedendo cose che non auguro a nessuno di vedere, ecco perché mi arrabbio” – sono le sue parole alla trasmissione Tutti Convocati in onda su Radio 24.

Cellino non dimentica nemmeno il risvolto sul piano economico della situazione: “Se serve che il Brescia retroceda per salvare il calcio, io retrocedo e ci vado a testa alta in Serie B -continua l’imprenditore -. Ci si nasconde dietro i problemi economici. L’azienda calcio è l’unica in grado di risollevarsi e ripartire in autonomia, senza chiedere aiuti al Governo e a nessuno. I giocatori sono pagati per giocare le partite, non per allenarsi, se stiamo fermi i giocatori rinunceranno a qualcosa, si riparte l’anno prossimo facendo i bravi. Come si ricomincia a settembre senza dare un giorno di vacanza? I calciatori si strappano, hanno bisogno di fare la preparazione. Se non incassiamo soldi, i calciatori di Serie A si compreranno una Lamborghini in meno, loro sono disponibili, ma devi dirgli le cose come stanno. Non puoi dirgli ti tolgo lo stipendio e poi devi giocare 3 volte a settimana” – ha concluso.

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