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La Serie C potrebbe essere sospesa definitivamente a causa dell’emergenza sanitaria legata all’epidemia di Covid-19.

E’ questo l’orientamento emerso dal Consiglio direttivo della Lega Pro, riunitosi ieri in videoconferenza per far il sull’evoluzione del campionato e per definire una proposta di soluzione da sottoporre all’assemblea dei club, convocata lunedì 4 maggio, e da girare poi al Consiglio federale della Figc, che si riunirà lo stesso giorno per decidere sulla ripresa dei campionati professionistici.

«Lega Pro, rispetto alla altre Leghe, ha una propria specificità e il coronavirus sta causando un impatto molto grave sui 60 club. Le squadre, già in difficoltà economica e finanziaria prima della diffusione del virus, non hanno più alcuna entrata e rischiano il default», ha fatto sapere la lega presieduta da Francesco Ghirelli in un comunicato diramato ieri.

«Questa situazione di crisi», si legge ancora nel comunicato, «impone un confronto permanente nel trovare una soluzione per il futuro della Serie C».

Il comunicato non parla apertamente di sospensione definitiva del campionato di Serie C, ma che l’ipotesi sia sul tavolo lo hanno confermato gli stessi presidenti di club al termine del Consiglio direttivo di ieri.

«Credo non ci siano le condizioni per la ripresa del campionato di Serie C, non è una questione di volontà, ma di impraticabilità. Quindi concordo con l’idea, se sarà formalizzata, di non riprendere le gare», ha affermato il presidente della Feralpi Salò, Giuseppe Pasini.

Già nell’assemblea di Lega Pro del 3 aprile scorso la maggioranza dei presidenti era pronta a fermarsi.

La crisi è drammatica e colpisce i presidenti dei club di Serie C due volte: nelle loro aziende e nelle squadre di calcio. Impossibile riannodare i fili del discorso.

Per i soldi che mancano. Ma anche per garantire la sicurezza necessaria ai giocatori attraverso il protocollo preparato dalla commissione medica della Figc che ieri il presidente Gravina ha inviato ai ministri Speranza (Salute) e Spadafora (Sport) nella speranza di ottenere il via libera per gli allenamenti in serie A.

Per la C il protocollo è «inattuabile» dice il presidente Ghirelli. E con gli stadi a porte chiuse non ci sarebbe la possibilità di salvare il bilancio. «Nel girone di andata avevamo avuto 600 mila spettatori in più, adesso i nostri stadi sarebbero drammaticamente vuoti», spiega il numero uno della Lega Pro.

La decisione ultima sull’eventuale sospensione definitiva del campionato di Serie C spetta comunque al Consiglio federale.

Gravina ha una linea ben precisa e l’ha confermata a Ghirelli: evitare le cause. In caso di sospensione definitiva del campionato di Serie C, invece, il rischio di un’estate da trascorrere nei tribunali è altissimo.

Nel piano del Consiglio della Lega Pro è scontata la promozione in Serie B delle reginette dei tre gironi, Monza (A), Vicenza (B) e Reggina (C).

La quarta potrebbe arrivare attraverso playoff virtuali, cioè il sorteggio. Il Bari di De Laurentiis non ci sta e ha già pronto il ricorso.

Le retrocessioni sarebbero congelate. In allarme la Serie D, che vuole mandare in C le 9 squadre che comandano i gironi. Il rischio è di allargare l’area professionistica in un momento in cui invece andrebbe ridotta.

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