Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, ha parlato alla Gazzetta dello Sport della volontà da parte dei giocatori di tornare i campo, ma anche delle difficoltà che ostacolano la ripresa e spingono sempre più verso una chiusura del campionato.
«Abbiamo davanti lo Zoncolan. Non ci tiriamo indietro, ma è pieno di salite, ripidissime e il rischio alla terza curva di mettere il piede a terra c’è…». Con questa metafora ciclistica il numero uno del sindacato calciatori ha voluto esprimere quanto la strada per la ripresa sia ripida. Il che non vuol dire non crederci e provarci se ci saranno le garanzie dal punto di vista sanitario, normativo e giuridico. Ma non dipende solo dalla buona volontà o dalla capacità delle istituzioni sportive e sanitarie.
Le parole di Tommasi fanno seguito al duro comunicato in cui l’Assocalciatori «manifesta perplessità e sorpresa circa la decisione del Governo sulla modalità di ripartenza dello sport. Ritenendo discriminatoria, prima ancora che illogica, l’idea di far riprendere l’attività negli impianti sportivi ai tesserati di discipline individuali e non consentire ai calciatori professionisti lo svolgimento di allenamenti in forma individuale nei centri sportivi».
Il rappresentante dei giocatori ha voluto dire la sua sulla decisione del governo: «Non le troviamo un senso. Non sto parlando della ripresa della stagione appesa a tante incognite ma della possibilità per i giocatori di allenarsi individualmente in strutture dove sono controllati. Parliamo di salute degli atleti, questa norma rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio. Per il calciatore il ritorno alla giusta forma atletica dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo».
Sull’impatto che uno stop così lungo può avere su un calciatore, l’ex centrocampista della Roma ha detto:
«Può essere molto influenzante, ma c’è da dire che più dell’ 80% delle squadre ha tenuto i giocatori sotto controllo facendo fare loro attività in casa seguendo le tabelle e le indicazioni dei preparatori. Però una cosa è allenarsi in spazi ristretti, su terreni duri, e un’ altra in spazi ampi su campi in erba. A lungo andare l’ allenamento in spazi ristretti può addirittura essere negativo per la muscolatura. Ci sarà bisogno di un mese per riportare gli atleti a uno stato di forma consono».
Per quanto riguarda la ripresa degli allenamenti, Tommasi ha parlato del protocollo presentato dalla commissione, concentrandosi in particolare su: «La positività di un calciatore è un tema centrale. Ci si ferma? Viene isolato, si fanno i test agli altri e si prosegue? Il protocollo che è stato preparato prevedeva una serie di casistiche, però sembra che presenti delle criticità e vada rivisto. In ogni caso deve essere tutto molto chiaro su cosa fare se si riprende: test, tamponi, spazi, viaggi, trasferte, lavoro di gruppo».
Il presidente del sindacato calciatori è poi tornato sul tema degli stipendi «È una delle tante salite dello Zoncolan. Per quanto riguarda gli emolumenti molte società hanno trovato gli accordi con i giocatori. All’ Aic preoccupano da questo punto di vista più le serie inferiori della serie A, perché gli stipendi sono completamente differenti. I giocatori hanno già dimostrato disponibilità a fare dei sacrifici con rinunce o dilazionamenti sulla stagione prossima. In A in media c’ è la rinuncia a una mensilità. Nelle serie inferiori ne chiedono di più nonostante stipendi inferiori. Sarebbe importante sapere quali sono le perdite reali dei club e del sistema: perché le rinunce devono essere parametrate…».
Per qunato riguarda invece i contratti in scadenza al 30 giugno Tommasi ha detto:«La proroga di prestiti e contratti non è ancora stata affrontata: serve un’ autorizzazione della Fifa e poi l’ accordo tra società e atleta. In teoria un club potrebbe non volersi avvalere più di un giocatore in scadenza evitando di pagare ulteriori mensilità. O un giocatore voler passare ad altro club con il quale magari ha già firmato guadagnando di più.
Servirebbe una regola che valga per tutti. Ma bisogna lavorarci…».
In conclusione: «Prima di riprendere sarebbe necessario stabilire cosa accadrebbe in caso di stop definitivo. Questo è fondamentale. Le regole vanno decise prima stabilendo come finirebbe il campionato. Noi vogliamo prepararci in attesa di una buona notizia, per quanto riguarda la ripartenza. Poi ci aspetta lo Zoncolan».