Bernard Joannin, presidente dell’Amiens, ha parlato della decisione di terminare la Ligue 1 e della retrocessione a tavolino del suo club, che non è disposto ad accettare senza far valere i propri diritti.
“Siamo costretti ad andare in tribunale. Avrei preferito mille volte che ci fossero discussioni con il presidente della Federazione, i presidenti di club per trovare soluzioni. Ma la Federazione si è congelata. Non abbiamo avuto occasione di difenderci”
L’Amiens, alla sua terza stagione consecutiva nella massima serie francese, era 19esimo con 23 punti, quattro in meno del Nîmes (18° con 27 punti). Con ancora 10 partite da giocare, il club aveva ancora tutte le possibilità di lottare per la salvezza.
“Avevamo ancora 10 partite e dovevamo giocare tre scontri diretti con le tre squadre davanti a noi. Non c’è equità sportiva in questa decisione – sostiene Joannin. – Dobbiamo anche guardare alla storia della nostra società. Dalla Ligue 2 a Ligue 1, siamo saliti all’ultimo secondo. Il primo anno di Ligue 1, ci siamo salvati all’ultima partita. La nostra squadra ha uno spirito combattivo. Lottiamo fino alla fine”.
Il presidente dell’Amiens ha lanciato la possibilità di avere una Ligue 1 a 22 squadre il prossimo anno, incluse le due promosse dalla Ligue 2, Lorient e Lens. E per raggiungere i suoi obiettivi, è pronto a rinunciare a tutte le entrate derivanti dai diritti TV. “Non sono arrivato nel mondo del calcio per soldi. Quando acquistammo l’Amiens con imprenditori locali, fu quasi un movimento cittadino a restituire alla città ciò che ci aveva dato. Non chiederemo quindi i danni”.