La Federcalcio e il Comitato Tecnico Scientifico sono finalmente riusciti a trovare un punto d’intesa sul protocollo medico che i club – e di conseguenza i giocatori – della Serie A dovranno seguire per gli allenamenti a partire dal prossimo 18 maggio.
Come svelato da MF-Dowjones, la premessa del documento è che siano fornite «le massime garanzie oggi possibili per tutelare la salute dei calciatori, degli arbitri e di tutti gli addetti ai lavori in caso di ripresa degli allenamenti collettivi».
In primo luogo, il club dovrà identificare il luogo di ripresa degli allenamenti (centro sportivo, foresteria, albergo, di proprietà della società stessa). Inoltre, dovrà essere assicurata la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago, e la ventilazione dei locali.
Il secondo step sarà l’identificazione del “Gruppo Squadra”, ossia calciatori, allenatori, fisioterapisti, massaggiatori, magazzinieri, componenti dello staff. Questi verranno sottoposti alle procedure mediche di screening (tamponi, anamnesi accurata, temperatura corporea) per la creazione di gruppi «medicalmente coerenti».
Pertanto, si prevede una divisione in tre fasce:
- chi ha avuto il COVID-19 conclamato con interessamento respiratorio;
- chi ha avuto la malattia, ma asintomatica;
- chi è risultato negativo al test.
Nel caso in cui «uno dei soggetti del gruppo squadra risultasse positivo al test dovrà essere immediatamente allontanato dal gruppo e seguirà le procedure». I due tamponi e il test sierologico dovranno poi essere ripetuti all’inizio della seconda settimana.
L’approvvigionamento dei test molecolari sarà esclusivamente a carico delle società. Al responsabile sanitario è affidato il compito di monitorare il gruppo, valutandolo costantemente e fornendo informazioni sui comportamenti da adottare. Queste indicazioni valgono per le prime 2 settimane, con possibile estensione alla terza: dovranno essere rispettate sotto la responsabilità del medico sociale.
La prima settimana sarà riservata alla prosecuzione dell’allenamento individuale, alla tecnica individuale e di gruppo, con sedute all’aperto e gruppi di massimo 7-8 giocatori. Nella fase successiva si passerà ad una progressione del lavoro tecnico, con l’inserimento graduale di esercizi specifici e di gruppo fino alle partitelle.
Negli spogliatoi dovrà essere garantito il distanziamento dei giocatori di almeno 2 metri: in caso non fosse possibile, andrà scaglionato l’ingresso. Resta inoltre preferibile fare le docce nelle singole camere. Anche l’accesso alla sala ristorante sarà contingentato, con distanziamento minimo di 2 metri. I pasti saranno serviti self-service in monoporzioni confezionate e ci dovrà essere il minimo contatto con il personale.
Secondo il protocollo, le persone provenienti dall’Estero o da zone con focolai d’infezione, o che abbiano avuto nei 14 giorni precedenti un contatto stretto con una persona positiva confermata per infezione da COVID-19, e che entreranno a far parte del Gruppo, devono avere osservato un isolamento fiduciario con sorveglianza attiva di 14 giorni prima della ripresa degli allenamenti collettivi.
«Adeguati accorgimenti – spiega il documento – dovranno essere adottati nel caso in cui un calciatore abbia bisogno di recarsi presso una Struttura Diagnostica esterna per esami ritenuti indispensabili. L’accompagnatore-guidatore (unico), deve essere il Medico Sociale o una persona dallo stesso delegata, appartenente al Gruppo Squadra. Sia il calciatore che l’accompagnatore dovranno essere dotati di adeguati DPI».
Nel caso in cui un soggetto risulti positivo al Covid-19, dovrà isolarsi immediatamente in una stanza ben areata e chiusa, accessibile solo alle squadre di emergenza. Si dovrà provvedere, inoltre, alla pulizia e sanificazione generale.
Da quel momento, secondo le indicazioni formulate dal Cts, si procederà in questo modo per tutti gli altri componenti del Gruppo:
- isolamento da soggetti esterni per 14 giorni;
- ripristino delle misure più rigide di distanziamento e sospensione temporanea degli allenamenti collettivi fino alla ripetizione dei test molecolari e sierologici;
- pulizia e sanificazione di tutti i locali e loro ventilazione, con tempestiva comunicazione al datore di lavoro, al Responsabile del Servizio di protezione e prevenzione (RSPP) e al Medico competente.
Il protocollo ricorda inoltre che le società devono identificare le attività essenziali e stilare un elenco di persone che possono essere ammesse al luogo d’allenamento. Inoltre, negli spogliatoi gli addetti ai materiali sportivi (dotati di DPI) dovranno separare i materiali puliti da quelli sporchi. I locali destinati a loro saranno interdetti a tutti i componenti del “Gruppo Squadra”.
Il personale extra non sarà sottoposto allo screening iniziale, ma dovrà rispettare gli obblighi previsti dalle attuali e future normative. Nello specifico dovrà:
- indossare mascherine e guanti
- rimanere al proprio domicilio in caso di sintomi influenzali
- isolarsi in una stanza se i sintomi compaiano durante l’orario di lavoro
- rimanere al proprio domicilio qualora venga a sapere di essere stato in contatto con una persona positiva negli ultimi 14 giorni
- impegnarsi a rispettare le disposizioni della società