Chi è Suzanne Heywood
John Elkann, presidente di FCA (Photo credit should read PIERO CRUCIATTI/AFP via Getty Images)

FCA Italy SpA ha confermato di avere avviato una procedura con il Governo italiano (il Ministero dell’Economia e Finanze – MEF, e il Ministero dello Sviluppo Economico – MISE) per l’ottenimento di una garanzia da Sace, l’agenzia italiana per il credito all’export (parte del gruppo a partecipazione statale Cassa Depositi e Prestiti) il tutto secondo quanto previsto dal Decreto Liquidità recentemente emanato.

A tale riguardo è stato avviato un dialogo con Intesa Sanpaolo, la maggiore banca italiana, per il perfezionamento di una linea di credito a tre anni, destinata esclusivamente alle attività italiane del Gruppo FCA e al sostegno della filiera dell’automotive in Italia, composta da circa 10.000 piccole e medie imprese, a seguito alla riapertura degli stabilimenti italiani, avviata a fine aprile. In base ad un innovativo meccanismo, applicato inizialmente alla filiera automotive, tutte le erogazioni derivanti dalla linea di credito sarebbero gestite attraverso conti correnti dedicati, accesi con Intesa San Paolo al solo scopo di supportare la gestione operativa dei pagamenti alla filiera italiana dei fornitori, sostenendone i livelli di liquidità e garantendo al contempo la ripartenza delle produzioni e gli investimenti negli impianti italiani.

In base alle disposizioni del Decreto Liquidità l’ammontare della linea di credito dovrebbe essere pari al 25% del fatturato consolidato delle società industriali del gruppo FCA in Italia e cioè fino a 6,3 miliardi di euro. Questo accordo riconoscerebbe il ruolo del settore automobilistico nazionale, di cui FCA, insieme ai fornitori e ai partner è il fulcro, nella ripartenza del sistema industriale italiano. Tale posizionamento sarà rafforzato nei prossimi anni dall’ampio piano di investimenti già presentato e confermato come testimoniano i recenti avvii della produzione dei nuovi modelli Fiat 500 elettrica a Torino e Jeep Renegade e Compass PHEV a Melfi.

Nel suo complesso il comparto dell’automotive è un settore chiave dell’industria italiana: e lo è sia per rilevanza che per struttura. Da solo equivale a circa il 6,2% del Pil italiano e da occupazione a circa il 7% dell’intero settore manifatturiero. L’ecosistema automobilistico italiano rappresenta uno dei punti di forza, riconosciuto a livello mondiale, del Paese, oltre a essere uno dei maggiori bacini di know-how specializzato a livelloindustriale e commerciale in Europa. Questo comparto determina i maggiori investimenti in ricerca e innovazione del Paese, base fondamentale per garantire la futura competitività economica in un epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici.

La nuova linea di credito, che si inserirebbe nell’ampio programma di FCA per una ripresa in sicurezza delle attività in Italia, farebbe seguito a un periodo senza precedenti, in cui le azioni tempestive messe in atto per mettere al sicuro dipendenti, famiglie e comunità durante l’emergenza da Covid-19, hanno comportato il totale blocco della produzione e delle attività di vendita di FCA in Italia, con un drastico e inevitabile impatto sul breve e medio termine dell’intero ecosistema automobilistico. FCA è la più grande società industriale in Italia, che impiega in maniera diretta 55.000 persone in 16 stabilimenti produttivi e 26 poli dedicati alla Ricerca e Sviluppo.

Inoltre, più di 200.000 posti di lavoro nelle 5.500 società fornitrici italiane altamente specializzate, sono direttamente legati al successo della continuità operativa della Società. Altri 120.000 posti di lavoro in 12.000 imprese di tutte le dimensioni sono coinvolti nei concessionari e nell’assistenza ai clienti a supporto dell’industria automobilistica italiana. Inoltre, il 40% del fatturato annuale dal settore italiano della componentistica automotive – pari a 50 miliardi di euro – deriva dalle commesse di FCA.

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1 COMMENTO

  1. Bella faccia tosta questo Signor John Elkann che chiede un prestito di 6,3 miliardi a Banca Intesa Sanpaolo il tutto supportato dalla garanzia dell’80 % dello Stato Italiano da parte di SACE gruppo Cassa Depositi Prestiti, per potersi poi tenere dividendi per ben 5,5 miliardi previsto nell’accordo per la fusione con P.s.a., mentre nel contempo il gruppo F.C.A. in merito alle produzioni dei suoi modelli di punta é prevalentemente presente all’estero, in quanto la Fiat Tipo viene fabbricata in Turchia, la 500 L in Serbia, ed in Polonia sono stati prodotti fino al 2019 ben 12.000.000 di automobili e molte delle parti meccaniche ed anche i motori sono realizzanti un po’ in giro per tutto il Mondo, poi alla faccia della coerenza ciliegina sulla torta la sede Legale del Gruppo si trova in Olanda e quella Fiscale a Londra.

    Governanti Italiani e Legislatori per favore meditate e mostrate finalmente i denti ed agite per far si che l’Imprenditoria che sfrutta i Paradisi Fiscali “per non pagare o ridurre il balzello delle tasse” creando chiaramente un grave danno economico ed il dissanguamento delle purtroppo non floride casse del nostro Paese, non può poi avere accesso agli aiuti di Stato destinati per loro natura esclusivamente a quanti operano per incrementare le opportunità occupazionali e rilanciare quindi le nostre Economia.

    Ma mi chiedo, come possiamo pensare che questo nostro bistrattato Paese possa realmente incrementare sia l’occupazione che il Pil e diminuire anche il suo debito pubblico e quindi risalire la china, se una significativa parte delle produzioni e dei gettiti fiscali andranno ancora ad ingrossare le economie di atri Paesi???

    Brunello Zanitti Giuliano

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