Le società di Lega Pro sono quelle rimaste maggiormente deluse dalle disposizioni del Consiglio Federale, in particolare quelle che nell’Assemblea di Lega avevano votato per lo stop al campionato, ben 52 sulle 59 votanti.
In caso non si possa ripartire normalmente, disputando il finale di stagione, si giocheranno solamente playoff e playout, le cui modalità e partecipanti – scrive La Gazzetta dello Sport – sono ancora da stabilire, come previsto dal Piano B della FIGC.
Anche questo va contro quanto votato dalla Lega Pro, infatti quest’opzione era la preferita di solo 16 club, mentre aveva prevalso l’utilizzo della media punti per stabilire la quarta promossa, oltre alle prime tre dei gironi Monza, Vicenza e Reggina, senza tornare in campo nemmeno per le fasi finali. E se non sarà possibile giocare playoff e playout rimarrà il Piano C: verdetti a tavolino con meriti sportivi da calcolare.
Decisioni ribadite dal presidente federale Gabriele Gravina, che ha scritto una lettera ai club: «La delibera della FIGC è un inno al gioco, un’esaltazione di quello che anima ognuno di noi, ovvero il desiderio di giocare, non di fare il contrario». E’ il primo a sperare che i protocolli siano attuabili anche in Lega Pro, e nel caso contrario ha spiegato Piano B e Piano C.
Per quanto riguarda i club, le capolista Monza, Vicenza e Reggina non hanno ancora previsto la ripresa. L’ipotesi della promozione a tavolino aveva fatto sperare di poter festeggiare senza dover tornare in campo, un’idea che comunque non è ancora tramontata.
Altri si sono già detti pronti a giocare, in particolare le squadre nelle zone alte della classifica che sperano di poter conquistare la promozione sul campo, sapendo che in caso non si giochi la quarta promossa dovrebbe essere il Carpi. Su tutti il Renate, terzo nel girone A: convocati i giocatori per l’inizio della prossima settimana, già tutti pagati gli stipendi.
La Ternana ha fatto i test sierologici e oggi o domani torna in campo, il Padova da qualche giorno si allena a gruppi divisi per ruolo all’Appiani, il Bari ha tutti i giocatori in città pronti a cominciare, il Südtirol dal 14 ha aperto il suo centro sportivo per allenamenti comunque individuali, la Reggiana si sta preparando perché vuole giocare, il Monopoli è pronto ma vorrebbe fare solo i playoff, il Novara ha a disposizione Novarello (per ora soltanto allenamenti singoli) e l’assistenza medica necessaria, il Catanzaro ha aumentato i carichi di lavoro a casa perché l’intenzione è quella di ripartire a breve. Ma anche Avellino, Carrarese e Triestina potrebbero cambiare idea in fretta.
Lo scetticismo sul ritorno in campo per le partite regna però sovrano fra la maggior parte delle società. I primi a sostenerlo sono i medici sportivi, che anche ieri hanno scritto alla FIGC per ribadire quanto già avevano detto alla Lega Pro: non ci sono le condizioni per attuare il protocollo.
Le società sono spaventate dall’applicazione del protocollo e dai costi che questo comporta. Il presidente Gravina ha parlato anche di questo sostenendo che provvedimenti del Decreto Rilancio sono figli «di un lavoro incessante» con un Governo che si è dimostrato «particolarmente sensibile» nel concedere il rinvio di pagamenti fiscali a settembre, la sospensione dei canoni d’ affitto per gli impianti sportivi, la Cig e il Fondo Salva Sport.