Preziosi fondi Serie A
Enrico Preziosi (Foto Giuseppe Celeste / Insidefoto)

Estorsione a Preziosi – Associazione a delinquere, estorsioni, violenza privata e intestazioni fittizie. Sono le accuse nei confronti di una quindicina di ultrà del Genoa, indagati dalla procura di Genova. Lo riferisce l’agenzia ANSA.

Secondo quanto ricostruito, il gruppo avrebbe estorto denaro ma anche altre utilità al presidente della squadra rossoblù Enrico Preziosi in cambio di una “pace” della tifoseria organizzata.

L’indagine ricopre gli anni dal 2005 a oggi. Sono emersi episodi di violenza, fisica e psicologica, dentro lo stadio e fuori, verso giocatori, parte della tifoseria e esponenti del club.

Estorsione a Preziosi, chi sono gli ultrà indagati

La Brigata Speloncia sarebbe guidata da Massimo Leopizzi, uno degli indagati, storico capo ultrà finito nell’indagine di Cremona sul calcio scommesse e nella clamorosa protesta in Genoa-Siena del 2012 quando i tifosi costrinsero i giocatori a togliersi le maglie “perché indegni”.

Tra gli indagati anche Davide Traverso ex presidente dell’associazione club genoani e Artur Marashi, legato ad ambienti della ‘ndrangheta.

Estorsione a Preziosi, i fatti di Genoa-Siena del 2012

Già nel 2017 il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi era stato sentito in commissione antimafia sulle violenze della tifoseria organizzata e aveva parlato di “nutrita presenza di pregiudicati ed esponenti della malavita nel tifo organizzato del Genoa” e di “comportamenti che si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso”.

Cozzi aveva fatto riferimento all’episodio dei giocatori rossoblù costretti a togliersi le maglie da un gruppo di tifosi nel corso di Genoa-Siena nel 2012, ad armi e droga sequestrati a un tifoso che li nascondeva in un garage per conto di qualcuno e anche degli scontri tra tifoserie rivali oltre all’inchiesta sui ricatti subiti dall’ex allenatore Gasperini e dalla società.

Secondo il pm, una parte della tifoseria avrebbe ricattato l’allora allenatore con minacce di contestazioni e pressioni. Fra gli episodi presi in considerazione dagli agenti della squadra mobile c’era il litigio consumato tra ultrà e Gasperini sulla presenza negata di alcuni calciatori simbolo della squadra ai raduni dei club.

Estorsione a Preziosi, il Genoa avrebbe pagato 300mila euro agli ultrà per “comprare la pace”

Secondo quanto riferito dall’ANSA, ammonterebbe a oltre 300 mila euro la cifra pagata dal Genoa a Leopizzi e soci in cambio della “pace” nello stadio e fuori con gli ultrà, dal 2010 al 2017.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della squadra mobile, il pagamento avveniva versando i soldi a una società che a sua volta girava i bonifici a una seconda società per prestazioni in realtà mai avvenute.

La prima società è la “4 any job”, in cui lavorava Sergio Lagomarsino (già noto per associazione a delinquere finalizzata alla prostituzione) e la seconda è la Sicurart, i cui soci erano Marashi e l’avvocato Riccardo Caramello.

Le due aziende si occupano di fornire steward ai club genovesi. Entrambe erano finite nel mirino dei carabinieri perché avrebbero impiegato persone pregiudicate.

La procura aveva chiesto l’arresto per 8 dei 15 indagati ma il gip lo ha respinto. Il pubblico ministero Francesca Rombolà ha fatto appello e nelle prossime settimane verrà fissato l’appello davanti al Riesame.

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