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Pallone Serie A (Photo Andrea Staccioli / Insidefoto)

La Serie A si prepara allo scontro nel consiglio federale odierno, in particolare a proposito del depotenziamento dell’algoritmo votato dai club nel caso di interruzione del campionato per cause di forza maggiore.

Venersì scorso, 16 presidenti su 20 (80%) hanno deciso che deve prevalere il merito sportivo e dunque, in caso di interruzione della stagione, Scudetto e retrocessioni sarebbero ufficiali solo se matematici. Tuttavia, in questo senso i tre rappresentanti della Lega di A in Consiglio – Paolo Dal Pino, Beppe Marotta e Claudio Lotito – rischiano quindi di restare isolati.

La Gazzetta dello Sport spiega che bisognerà capire se si arriverà a una votazione-spaccatura o se si cercherà di arrivare a una mediazione, per esempio la proposta di Tommaso Giulini (presidente del Cagliari) sulla salvezza della terz’ultima di A nel caso di stop del campionato di Serie B e mancata disputa dei playoff.

Ovviamente resta fermo il “no” della Lega di B. Oreste Vigorito, presidente del Benevento, guida la protesta e punta a un allargamento della Serie A a 22 squadre. Una faticosa soluzione extralarge nella stagione degli Europei, che Gravina vuole evitare.

La Lega Pro – intanto – è soprattutto concentrata sulla ripartenza via playoff, mentre Cosimo Sibilia, il presidente della LND, ha una posizione articolata. Il suo “no” è scontato, «coerente con ciò che abbiamo stabilito quando abbiamo detto no alla proposta della Lega Pro», che aveva proposto di staccare la spina alla Serie C promuovendo quattro squadre in B e bloccando le retrocessioni.

La LND ha scelto una strada contraria rispetto a quella della Lega di A, optando per le 36 retrocessioni che in diversi casi hanno già prodotto proteste e ricorsi. Tuttavia, Sibilia spiega: «Ora concludiamo questa vicenda. Poi, però, diventerà ineludibile avviare subito il percorso riformatore. Non c’è un minuto da perdere».

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