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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Lunga intervista quella che il presidente della Liga, Javier Tebas, ha rilasciato a El Món, programma della radio RAC 1. Il presidente ha toccato diversi argomenti, dalla ripresa dei campionati al razzismo, dal mercato all’omosessualità nel calcio.

«Sarò soddisfatto quando consegneremo la Coppa al Barcellona o a chi vincerà e alle squadre che saranno promosse. Cioè, quando finiranno le competizioni. Sono felice che stiamo andando bene, non sto sbagliando sulla strada intrapresa. Ma non abbiamo raggiunto l’obiettivo, e solo quel giorno potremo sentirci soddisfatti», ha esordito.

Spazio anche a un commento sull’eterno duello Messi-Cristiano Ronaldo: «La partenza di Cristiano, sebbene non sia stata digerita a Madrid, ha avuto un impatto quasi nullo. Perché nella Liga ci stiamo preparando da anni affinché il brand trascenda i giocatori. Ma il caso di Messi è diverso».

«Messi è il miglior giocatore nella storia del calcio. Siamo stati fortunati ad averlo sempre avuto nella nostra lega. Penso che la partenza di Messi sarebbe evidente. Certo, di più se andasse a giocare in un’altra lega. È un’icona del calcio spagnolo, della Liga e gli chiederei di finire con noi. Non sarebbe una catastrofe perché abbiamo firmato contratti televisivi con o senza Messi, ma è importante è il valore che aggiunge», spiega.

Tebas non tralascia temi quali il razzismo e l’omosessualità nel calcio: «Ci siamo schierati molte volte contro il razzismo. Siamo stati l’unica lega al mondo a presentare una denuncia penale contro coloro che hanno insultato Iñaki Williams a Cornellà. Giocatori gay? Se ce ne sono e pensano che non fare outing influisca sulla loro personalità, sarebbe bello se lo facessero, specialmente per loro. Nessuno dovrebbe nascondersi».

Sulla riduzione del numero di club nella Liga Tebas spiega che «non stiamo valutando di ridurre il numero di squadre nel breve o medio termine», mentre a proposito del mercato ipotizza un maggior numero di scambi. «Vedremo alcuni movimenti di denaro, ma non operazioni di grandi dimensioni».

Chiusura dedicata al ritorno del pubblico negli stadi: «Stiamo lavorando su un protocollo. E spero che in quelle comunità autonome che lo autorizzeranno ci sarà il pubblico. Vedere gli stadi pieni non dipende dal presidente della Liga. Fino a quando non c’è un vaccino, sarà molto difficile vedere il 100% dei tifosi negli stadi».

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