Rifinanziare i debiti, utilizzando il marchio del club: è questa la nuova parola d’ordine in Serie A. Dopo l’Inter, è arrivato il turno della Roma. In mezzo, il valore dei loro marchi, una newco e una grande banca come Goldman Sachs.
Un nuovo corso contro la crisi
Che il pallone italiano stia cercando di cambiare strada, è sotto gli occhi di tutti. Così come lo è una crisi economica che rischia di schiacciare chi non si fa trovare preparato: il Parma è solo l’ultimo caso, in ordine di tempo. Le grandi ricchezze di uomini soli al comando di una squadra di calcio non si vedono più da tempo. Massimo Moratti ha ceduto a novembre 2013 il pacchetto di maggioranza dell’Inter a Erick Thohir, così come Franco Sensi non riuscì più a gestire una Roma troppo indebitata e transitata tramite Unicredit nelle mani della holding Neep, guidata dal manager statunitense James Pallotta.
Due squadre che hanno qualcosa in comune. Il nuovo corso societario ha bisogno di stabilità (e di soldi freschi) per poter procedere al vero obiettivo: fare profitti con il calcio, per riallineare finalmente gli introiti del calcio italiano a quelli degli altri grandi campionati europei. Così, mentre un’altra squadra tradizionalmente legata a un uomo solo come il Milan di Berlusconi puntano forte sul nuovo stadio del Portello (la decisione è attesa per il prossimo 10 marzo), nerazzurri e giallorossi puntano sul modello delle società veicolo per ripianare i debiti e ritrovarsi in mano un po’ di contante per le attività correnti.
Il caso dell’Inter, tra marchio e bond
Tra maggio e giugno 2014, Erick Thohir ha pianificato il rifinanziamento del debito dell’Inter, anche in ottica calciomercato futuro e Fair Play Finanziario. Per evitare un ulteriore carico sul debito, la nuova proprietà nerazzurra ha creato una società ad hoc, la “Inter Media and Communication Srl”, nella quale ha fatto confluire contratti di sponsorizzazione, marchio del club e proventi dai diritti tv. Una newco creata per assicurare il mututo da 230 milioni erogato grazie all’assistenza di Unicredit Goldman Sachs. Di questi, 200 servono per ripianare i debiti e 30 per le attività correnti. L’Inter dovrà restituire la somma a rate, secondo un piano che prevede una prima tranche da 1 milioni di euro entro il 30 giugno 2015, quindi 15 rate trimestrali da 3 milioni fino al 31 marzo 2019, infine una mega-rata finale da 180 milioni di euro circa. I piani svelati da Calcioefinanza rivelano che, attraverso Inter Media, Thohir punta ad aumentare i ricavi da 73 a 77 milioni di euro entro il 2016.
Ma il caso di Inter Media è solo l’inizio. Perché come si vede dal piano di rimborso il prestito è molto oneroso, al quale va poi applicato un interesse ad un tasso variabile pari a Euribor a 3 mesi più uno spread del 5,5%. Ecco perché l’Inter sta pensando ad una nuova e ulteriore forma di finanziamento attraverso un prestito obbligazionario (o bond) da 200 milioni di euro, sempre assistita da Goldman Sachs. Thohir non può lasciare nulla al caso. Perché, secondo le stime di Calcioefinanza, se non arriverà la qualificazione in Champions e non verranno realizzate plusvalenze sul mercato, il bilancio 2015/16 potrebbe chiudersi con un risultato negativo di -60 milioni di euro.
La Roma rifinanzia il debito, ma lo stadio non c’entra
Dal 12 febbraio, è ufficiale anche l’operazione di rifinanziamento della Roma. Lo ha spiegato il club giallorosso in un comunicato, che rivela un’operazione simile a quella attuata dall’Inter. In comune con i nerazzurri, la banca di riferimento: Goldman Sachs. Così come in comune hanno l’obiettivo di limare al ribasso il debito. Al 30 settembre 2014, la Roma presentava un indebitamento finanziario di 113 milioni di euro. Con il rifinanziamento, la Roma si ritrova ora con un assegno di 175 milioni di euro (ad un tasso Euribor 3 mesi – con un minimo di 0,75% – con uno spread del 6,25%) , che serviranno a ridurre i debiti pregressi e ad avere contante per le attività correnti.
Anche qui, è stata creata una società ad hoc, la “ASR Media and Sponsorship Srl“, nella quale confluiranno i contratti relativi ai diritti tv (gli “indirect media rights” relativi alle competizioni nazionali ed internazionali), alle sponsorizzazioni e il marchio della As Roma. Una newco che servirà a garanzia del prestito e che genererà i profitti in grado di rimborsare la cifra erogata. Non solo, l’operazione si inserisce nel piano di Pallotta per aumentare i ricavi del club, come svelato da Calcio&Finanza: entro i prossimi due consuntivi, la Roma si aspetta di aumentare i ricavi da 31 a 55 milioni di euro.
Nel comunicato la Roma ha precisato che “l’Operazione riguarda esclusivamente la Società e le sue parti correlate e non ha alcuna connessione con il progetto relativo alla costruzione del nuovo Stadio della Roma nell’area di Tor di Valle”. Per il nuovo impianto di proprietà, infatti, è previsto un’operazione di project financing da 300 milioni di euro.
Alessandro Oliva