L’acquisto di Vidal è temporaneamente congelato: l’Inter punta prima a ridurre il monte ingaggi per poi mettere a bilancio i 6 milioni di ingaggio promessi al centrocampista cileno.
Secondo i dati riportati dalla Gazzetta dello Sport, la spesa per gli ingaggi della rosa nerazzurra è cresciuta di 29 milioni rispetto al totale dello scorso 30 giugno. Un aumento giustificato dai rientri in organico di alcuni stipendi pesanti, in particolare quelli di Perisic, Nainggolan e Joao Mario, ai quali si sono poi aggiunti gli acquisti di Hakimi e Kolarov.
Se il mercato finisse oggi, il costo dei tesserati nerazzurri sarebbe di 220 milioni di euro, 29 milioni in più rispetto ai 191 milioni al 30 giugno scorso, stimati in base ai dati pubblicati al 31 marzo, che prevedevano un incremento del 22%. Senza considerare gli ingaggi dello staff tecnico, la cifra spesa per gli stipendi dei soli giocatori è di 197 milioni per 32 calciatori in organico, ben oltre i 168 al 30 giugno. Si capisce bene perché ci sia da temporeggiare prima di poter annunciare l’acquisto di Vidal.
Un monte ingaggi comunque parecchio inferiore rispetto ai grandi club europei, ben al di sotto della medesima spesa affrontata dalla Juventus. Bisogna però sottolineare il trend in continua crescita. Al 30 giugno 2019 l’Inter spendeva 156 milioni, allenatore compreso, dopo il mercato estivo 162 (sempre tecnico compreso). È evidente che la crescita del monte ingaggi sia indice di una squadra più competitiva rispetto al passato, come in fondo dimostra la classifica.
La crescita delle spese per gli stipendi doveva andare di pari passo con quella dei ricavi, che invece si è inevitabilmente fermata causa Covid. L’impatto del lockdown nell’ultimo trimestre della stagione 2019/20 sarà quantificato con precisione dal bilancio.