Due settimane fa la Premier League ha chiuso l’accordo commerciale più importante della sua storia: ha venduto i diritti tv per il triennio 16-19 all’incredibile cifra di 5,3 miliardi sterline (6,9 miliardi di euro). Protagoniste assolute del nuovo “patto”, le emittenti già proprietarie del precedente triennio, Sky Uk e BT Sport, capaci, in linea di massima, di replicare l’acquisizione delle rispettive quote “disegnate” nel precedente accordo: per la prima infatti, 126 match live a stagione (cinque pacchetti a 5,7 miliardi complessivi), per l’altra, i restanti 42 (due pacchetti a 1,2 miliardi totali). Tuttavia, nella spartizione della ricchissima torta, è rimasta fuori Virgin Media, altra emittente tv privata, che ha pensato di ricorrere all’organo regolatore britannico per far dichiarare nullo l’accordo.

Virgin Media si rivolge a OFCOM

Virgin Media, l’altra grande aspirante nonché grande esclusa dall’asta, ha assistito impotente al rinnovo del patto triangolare Premier-Sky-Bt Sport.  Delusione che ha portato la società a puntare il dito contro le modalità di negoziazione dei diritti sul nuovo triennio: in sostanza, l’emittente tv, avrebbe contestato un prezzo di vendita assolutamente fuori mercato. Per questo si è rivolta a OFCOM, l’organo responsabile di garantire la concorrenza nel Regno Unito, denunciando un sistema “ingiusto” e orientato alla sopravvalutazione commerciale di tali diritti.

Il rifiuto al primo ricorso

Il 28 gennaio, Virgin ha presentato una richiesta formale ad Ofcom per chiedere la sospensione della vendita all’asta per i diritti della Premier League fino a quando non fosse stato condotto, in modo scrupoloso, un approfondito studio sulle modalità di commercializzazione dei diritti TV in Inghilterra, supponendo un inflazione di oltre il 200%. La richiesta è stata però respinta e il processo d’asta è proseguito con l’ormai conosciuto esito.

Un nuovo ricorso: gli esiti a marzo

Il rifiuto dell’Ofcom non ha però affievolito le recriminazioni della Virgin che ha ripresentato una nuova denuncia alzando la posta. Nel suddetto ricorso è stata richiesta la revisione del sistema e, se necessario, l’annullamento della vendita congiunta dei diritti per il massimo torneo inglese. Ofcom, da parte sua, ha avviato un’indagine i cui risultati saranno svelati a marzo. I vertici della Premier League si sono limitati a difendere il diritto alla vendita al miglior offerente, sottolineando che gran parte del denaro raccolto avrà un impatto positivo sulla società sotto diversi punti di vista: miglioramento delle strutture, nuove iniziative e, non ultimo, uno spettacolo che si arricchirà anche dei migliori calciatori in circolazione.

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Nato a Roma nel 1984, dopo la facoltà di Scienze Politiche il salto nel giornalismo sportivo con una collaborazione triennale con Canale Inter.