Secondo il designatore arbitrale Nicola Rizzoli il rigore negato all’Inter nel corso della sfida di sabato contro il Parma è stato un duplice errore: dell’arbitro, che non ha rilevato l’atteggiamento falloso del difensore ai danni dell’attaccante interista, e del Var, che non è intervenuto per suggerire al direttore di gara l’on Field review.
«L’attaccante è bravo a prendere posizione. Il difensore si aiuta con le braccia. Questo è un atteggiamento falloso», ha spiegato il designatore nel corso della trasmissione Sky Calcio Show, non volendo fare i nomi dei calciatori coinvolti nell’azione contestata.
Rizzoli ha inoltre sottolineato: «Il Var deve andare alla ricerca di situazione oggettive e di oggettivo c’è la dinamica. Alle volte la ricerca di un dettaglio ti fa perdere il contesto. Questo è stato un errore. Nel momento in cui sono elementi oggettivi come questi il Var avrebbe dovuto suggerire l’on field review».
Il designatore ha inoltre chiarito che nel caso in cui «il Var suggerisce l’on field review l’arbitro l’accetta sempre».
Rizzoli ha inoltre fatto sapere che è stata istituita una figura ufficiale, ricoperta dall’ex arbitro Gianluca Rocchi, che avrà il compito di rapportarsi con le società per confrontarsi sulle interpretazioni del regolamento da parte degli arbitri.
Rizzoli ha inoltre risposto all’ad dell’Inter, Beppe Marotta, che sabato, al termine di Inter-Parma, aveva chiesto alla classe arbitrale un maggior dialogo nei confronti delle società.
«Rocchi è stato giovedì alla Samp a parlare. So che la Lega a mandato una mail a tutte le società di Serie A per ufficializzare il ruolo. Da quanto ne so io Rocchi avrebbe già parlato con il direttore sportivo Piero Ausilio per andare all’Inter in ritiro», ha spiegato il designatore.
«Quello di Rocchi», ha spiegato Rizzoli, «è un ruolo federale, non è un ruolo solo dell’Aia. Servirà per spiegare i casi e anche dove abbiamo sbagliato. Ma non sarà un ufficio reclami o un ufficio ricusazione arbitri. L’obiettivo è migliorare».
Modificare il protocollo Var? «Noi siamo aperti ad ascoltare», ha risposto Rizzoli, «ma chi decide le regole sono altri, tra cui c’è preferisce la verità del campo e si limita a non volere errori eclatanti. Se dovessimo andare a rivedere tutte le situazioni di gioco il rischio e di bloccare eccessivamente il gioco. Serve arbitrare meglio».