Prosegue il Sei Nazioni di rugby, che per la prima volta si sta disputando integralmente a porte chiuse (l’anno scorso le prime partite si giocarono con gli spettatori negli stadi). Dopo le prime due sconfitte contro Francia e Inghilterra, l’Italia si prepara a scendere in campo per affrontare l’Irlanda: appuntamento al 27 febbraio ore 15.15, allo stadio Olimpico di Roma.
L’assenza di pubblico è un colpo molto consistente sul piano economico per le federazioni interessate, che vedono venir meno cifre di grande importanza. Innanzitutto, in termini di ricavi da biglietteria.
Basti pensare che – scrive il Sole 24 Ore – considerando il recupero di Italia-Inghilterra giocato l’autunno scorso senza spettatori, e aggiungendo i mancati incassi dei match interni del Sei Nazioni 2021 con Francia, Irlanda e Galles, la sola Federazione italiana rugby (Fir) può stimare che sono sfumati circa sei milioni.
Perdite superiori si lamentano nelle altre capitali dell’ovale europeo, dove ulteriori voci si aggiungono in maniera significativa a quella del ticketing. Ad esempio, la Federazione gallese ha calcolato che per due match casalinghi nel Millennium Stadium vuoto sfumeranno 15 milioni di euro, e sul fronte inglese ci si spinge addirittura a mettere in conto oltre 60 milioni in meno a causa di tre partite senza fan sugli spalti.
Una notizia positiva per il torneo riguarda però un contratto particolarmente remunerativo ormai vicino al traguardo. Il fondo di private equity Cvc – già noto per le trattative per l’ingresso in Serie A con Advent e Fsi – è vicino ad acquisire il 14,5% di Six Nations Limited, società che gestisce il Sei Nazioni.
La somma messa sul tavolo dal fondo sfiorerebbe i 350 milioni di euro (e oltre 40 milioni, nell’arco di cinque anni, andrebbero alla Federazione Italiana Rugby). Il che porterebbe a una valutazione globale del Sei Nazioni attorno ai 2,4 miliardi di euro.
D’altronde anche quest’anno il torneo, pur soffrendo gli effetti dell’emergenza Coronavirus, ha visto garantite le entrate in termini di sponsor e di diritti televisivi. Per esempio, in UK il contratto congiunto di Bbc e Itv con il Sei Nazioni vale oltre 100 milioni di euro annui fino al 2021, e con l’ingresso di Cvc le cifre potrebbero essere spinte verso l’alto.
E l’Italia? Sul piano sportivo la sua partecipazione alla manifestazione è blindata almeno fino a tutto il 2023, ma – sottolinea il Sole 24 Ore – gli Azzurri devono poter giustificare, appunto sul piano tecnico, la loro presenza a questi livelli.
Ma le cose potrebbero cambiare. Con un sistema “comunicante” fra il Sei Nazioni e la sua versione B, la sesta del Sei Nazioni maggiore potrebbe finire ad affrontare in un playoff la vincitrice della competizione inferiore.
Se dovesse essere sconfitta, potrebbe ricevere un paracadute economico a copertura parziale delle perdite, che non sarebbero indifferenti: basti pensare che il fatturato 2019 della Federazione Italiana Rugby è stato di 46,5 milioni, con 19,6 milioni che si collocano proprio alla voce Sei Nazioni.