Chi ha guadagnato con il Covid? O meglio, chi sono i Paperoni italiani che hanno visto i titoli delle proprie aziende crescere di più in borsa durante i 12 mesi scanditi dal diffondersi della pandemia su scala globale?
La risposta ha provato a darla il settimanale Milano Finanza che ha preso in rassegna l’andamento dei titoli in portafoglio ai super ricchi italiani, verificando chi ha perso e chi ha guadagnato con il Covid in termini incremento o decremento del proprio portafoglio quotato in borsa.
Ma chi sono i Paperoni finiti sotto la lente? Dieci, come detto, le dinastie o gli imprenditori che compongono la classifica.
Chi ha perso o guadagnato col Covid – I Paperoni sotto la lente
- Miuccia Prada e Fabrizio Bertelli – Prada
- Gustavo Denegri – Diasorin
- Luca Garavoglia – Campari
- Susan Carol Holland – Amplifon
- Leonardo Del Vecchio – Essilux, Mediobanca, Generali, Unicredit, Covivio
- Famiglie Agnelli, Elkann e Nasi – Exor
- Famiglia Benetton – Atlantia, Autogrill, Generali, Mediobanca
- Stefano Pessina – Walgreens Boots Alliance
- Famiglia Rocca – Tenaris
- Piero Ferrari – Ferrari
Di questi chi ha guadagnato col Covid? Solo in 4 possono sorridere.
Chi ha guadagnato in borsa col Covid – Prada superstar
Il primo posto spetta ai grandi azionisti di Prada, ossia Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, il cui titolo quotato alla borsa di Hong Kong ha registrato una lieve flessione tra febbraio e marzo, ma poi ha cambiato marcia andando a toccare i massimi storici a fine dicembre a 51,2 dollari di Hong Kong.
Il risultato è che nell’anno del Covid mentre l’Hong Kong Stock Exchange è salito del 5,9%, Prada ha fatto segnare un progresso quasi del 63%. Un risultato arrivato contestualmente ai successi di Luna Rossa nella baia di Auckland e dell’approdo della barca italiana griffata Prada alla sfida per l’America’s Cup contro Team New Zealand.
Chi ha guadagnato in borsa col Covid – Diasorin e Campari sul podio
Al secondo posto dietro Prada e Bertelli si piazza Gustavo Denegri che continua la sua corsa grazie al balzo di Diasorin, specializzata nello sviluppo e produzione di kit di reagenti che già in estate era tra i titoli che avevano registrato le performance migliori.
In generale, i titoli del comparto medicale-farmaceutico hanno vissuto un anno in controtendenza e le azioni Diasorin non hanno fatto eccezione con un guadagno di quasi il 40% da fine febbraio 2020.
Al terzo posto si posiziona Luca Garavoglia, socio di controllo della Campari con una quota del 64,35%. Le azioni dell’azienda che produce spirits hanno toccato i minimi il 17 marzo 2020 in piena pandemia, ma da quel momento hanno fatto segnare un rally che le hanno riportate sopra ai livelli pre-Covid con un rialzo superiore al 12%.
La mini classifica dei titoli che sono riusciti a salire nell’anno del virus si chiude con Amplifon, ossia con Susan Carol Holland, erede di Anna Maria Formiggini da cui ha ereditato la quota di controllo dell’azienda (62,5%) nel settembre del 2019. In agosto Susan Holland era all’ottavo posto, ma da febbraio 2020 le azioni Amplifon sono riuscite a guadagnare il 4,25%.
Chi ha perso in borsa col Covid? Gli Agnelli non sorridono, male Del Vecchio e Benetton
Le buone notizie finiscono qui, perché le altre sei famiglie nella top ten di Milano Finanza hanno invece subito gli effetti del Covid. Effetti che in parte erano prevedibili, ma che in alcuni casi sono stati ben superiori ai ribassi dell’indice principale di Piazza Affari.
Del Vecchio, Agnelli e Benetton sono quelli che hanno perso più di tutti. Il patron di Delfin, socio di riferimento del leader mondiale dell’occhialeria EssilorLuxottica con una quota di circa il 32%, ad agosto era nettamente in cima alla graduatoria con consistenze complessive di 18,81 miliardi.
Nel portafoglio delle partecipazioni in mano a Del Vecchio, che lo scorso gennaio ha annunciato di detenere anche l’1,9% di Unicredit, figurano anche il 26,4% della real estate company francese Covivio, il 4,84% delle Assicurazioni Generali e naturalmente il 13,2% di Mediobanca.
Le azioni Mediobanca sono quelle che nell’anno del Covid hanno tenuto di più insieme a quelle di Essilorluxottica (rispettivamente -6% e -5,2%) mentre hanno fatto peggio i titoli Generali e soprattutto Covivio (-34%), che però pesa meno sul patrimonio complessivo di Del Vecchio.
Le famiglie Elkann, Agnelli e Nasi, azioniste di Stellantis attraverso Exor hanno contenuto le perdite visto che la holding dal febbraio 2020 ha perso solo il 5,8% mentre ha fatto peggio Italia Independent (-30%), ma anche in questo caso non c’è paragone sul peso specifico diverso fra le due partecipazioni, visto che Exor capitalizza più di 16 miliardi mentre Italia Independent circa 16 milioni.
La flessione più pesante è di sicuro quella dei Benetton, in particolare a causa della flessione dei titoli Atlantia e Autogrill, entrambi impattati dal calo del traffico su autostrade, aeroporti e stazioni che hanno perso rispettivamente il 28% e il 32%.
Chiudono la graduatoria dei titoli in flessione una serie di azioni che hanno perso valore nell’anno del Covid ma non eccessivamente.
La Walgreens Boots Alliance di Stefano Pessina, leader mondiale nella distribuzione di prodotti per la salute e il benessere, ha lasciato sul terreno il 9,64%. Infine, i fratelli Rocca con Tenaris e Piero Ferrari, socio di minoranza di Ferrari, hanno contenuto le flessioni con i titoli che hanno perso rispettivamente il 5% e il 4%.