Manchester United re del mercato
(Foto Darren Staples/Sportimage/Imago Images)

C’è chi sostiene che il Manchester United sarà il protagonista del mercato 2021, e non a caso nelle scorse settimane Solskjaer, tecnico dei Red Devils (un ruolo che comporta anche la gestione del mercato) ha ammesso un interessamento da parte del club per il connazionale Erling Braut Haaland.

«Quando hai allenato giocatori giovani da tecnico li segui, e io mi tengo in contatto con Erling», ha raccontato l’allenatore. «È bello vedere che giocatore sia diventato e come lavora per migliorare continuamente. È un giocatore del Dortmund, gli faccio gli auguri e vedremo cosa gli riserverà la vita in futuro».

«Non posso parlare di Erling perché è al Borussia Dortmund, ed è irrispettoso parlarne troppo, a parte questo lo conosco e gli parlo. Chi non era interessato a lui un anno fa? Tutti vorrebbero prendere i migliori giocatori al mondo ed Erling è un top player», ha spiegato ancora il tecnico norvegese.

Sulla stessa falsa riga, va registrato che in Spagna – ma si tratta di sole indiscrezioni – sostengono che Raiola abbia offerto Donnarumma allo United. Quel che è certo è che il manager fa grandi affari con i Red Devils e soprattutto che in un mondo in ginocchio per l’emergenza Coronavirus, il club di Manchester sembra essere quello in grado di sfruttare un boost importante per uscire dalla pandemia.

La spinta dell’Asia come fattore cruciale

La società inglese, infatti, potrebbe contare sulla spinta dall’Oriente per far crescere i ricavi nei prossimi tempi. Stando a quanto riporta il bilancio dei Red Devils, un sondaggio condotto da Kantar (una società che si occupa di ricerche di mercato) indica che il Manchester United «ha 1,1 miliardi di fan e follower in tutto il mondo, dato composto da 467 milioni di fan e 635 milioni di follower».

Questi, a loro volta, sono così suddivisi:

  • 731,7 milioni di fan e follower della regione Asia Pacifico;
  • 296,1 milioni di fan e follower da Europa, Medio Oriente e Africa;
  • 74 milioni di fan e follower dalle Americhe.

A sorprendere è dunque la quantità di sostenitori che il club è in grado di raccogliere nel continente asiatico, ma non solo. Particolarmente rilevante è anche la crescita che questo numero ha fatto registrare negli ultimi dieci anni.

Se per quanto riguarda i tifosi da Europa, Medio Oriente e Africa, il numero di supporter è cresciuto del 12,6% e per i fan dalle Americhe del 3,2%, i seguaci dello United dalla regione Asia Pacifico sono cresciuti esponenzialmente, addirittura del 125,3%.

United, uno sponsor da 80 milioni per la maglia

Conscio di questo grande seguito, a inizio 2019 il Manchester United ha lanciato una partnership con la divisione real estate del colosso cinese Harves (Harves Entertainment). L’obiettivo era quello di aprire una serie di centri a tema Red Devils che offrissero esperienze e intrattenimento in tutta la Cina.

Il primo “Theatre of Dreams centre” doveva essere aperto al pubblico nell’inverno del 2020, con la realizzazione di un Manchester United Megastore, e l’offerta di una serie di esperienze interattive che avrebbero consentito ai fan di respirare l’atmosfera di Old Trafford.

Tuttavia, l’emergenza Coronavirus ha inevitabilmente rallentato i piani della società, che ha in programma di aprire cinque centri di questo tipo anche in altre città tra le quali Shanghai, Shenyang e Changsha. Attualmente, stando al sito ufficiale dello United, la prima apertura a Pechino è prevista per la primavera del 2021.

La situazione attuale e un basso numero di contagi potrebbero però lasciar pensare che nel Paese asiatico la pandemia possa lasciare spazio prima che altrove a un ritorno alla normalità. A tal proposito la Cina ha lanciato il passaporto vaccinale, con l’obiettivo di «aiutare a promuovere la ripresa economica mondiale e a facilitare i viaggi oltre confine», ha spiegato il ministero degli Esteri di Pechino.

Alla luce di questa situazione, e considerando la grande popolarità dello United – dimostrata appunto dal numero di fan e follower – è lecito presupporre che una ripresa dell’attività economica (compresa quella dello United sul posto) possa garantire ai Red Devils risorse fresche da investire, magari proprio su Haaland o – se le indiscrezioni trovassero conferma – su Donnarumma.

Del resto, come dimostra anche il primo semestre 20/21 dello United, i ricavi sono in calo a causa dell’emergenza Covid, ma le entrate commerciali continuano a ricoprire un ruolo di primo piano. Dei 281,8 milioni di sterline di ricavi nei sei mesi chiusi al 31 dicembre 2020, ben 122,3 milioni di sterline provengono da questo tipo di attività.

Un impatto sul totale pari al 43,4%, superato solamente dall’impatto dei ricavi da diritti televisivi (55,5%, gli unici in crescita grazie alla partecipazione alla Champions League), ma nettamente superiore a quello dei ricavi da matchday (3,2 milioni di sterline, pari all’1,1%), che causa Covid si sono praticamente azzerati.

PrecedenteChiusa l’indagine FIGC: Ibra e Lukaku antisportivi
SuccessivoConi, Figc e Lega scrivono a Draghi: urge piano stadi