Bruno Vespa Mediaset
Logo mediaset (foto Daniele Buffa/Image/Insidefoto)

Nello scontro tra Mediaset e Vivendi “non è minimamente in discussione il libero mercato e la possibilità che soggetti stranieri possano essere interessati a realtà industriali italiane: quello che davvero lascia ormai sempre più esterrefatti è che, nel caso in questione, l’interessamento” dei francesi “sembri più orientato a paralizzare l’attività di Mediaset che ad altro“.

Lo affermano le segreterie nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil dopo un incontro avuto con i vertici del Biscione. “Forse è opportuno che, trattandosi di un’azienda che riveste un ruolo molto delicato nel comparto strategico della comunicazione e, evidentemente, delle telecomunicazioni più in generale, questo tema abbia una maggiore attenzione anche da parte delle istituzioni“, aggiungono in un comunicato i sindacati di settore, secondo i quali i vertici aziendali del gruppo italiano in un incontro tenuto la settimana scorsa hanno confermato “lo stallo del percorso di riavvicinamento fra Mediaset e Vivendi che era stato timidamente ripreso nel settembre 2020“, riaffermando “l’attesa per la sentenza del Tribunale di Milano prevista a breve, relativa alla richiesta di risarcimento danni per il mancato acquisto di Mediaset Premium da parte del socio francese“.

In questo senso, i vertici aziendali hanno invitato le organizzazioni sindacali sulla necessità di un agire comune a difesa del progetto e della italianità di Mediaset“, spiegano Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, secondo i quali nel settore “è importante difendere gli interessi nazionali non tanto evocandone una generica italianità, ma provando ad evitare che alcune operazioni finiscano per avere come unico esito ad oggi evidente quello di paralizzare un’azienda, mettendone a rischio l’esistenza stessa“.

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