Dopo le parole del Premier Mario Draghi su Erdogan, lo scontro tra Italia e Turchia si accende anche sul fronte calcistico. Lo scrive La Repubblica, spiegando che i turchi vorrebbero “prendersi” la gara inaugurale di EURO 2020, che coinvolge proprio Italia e Turchia (attualmente in programma all’Olimpico di Roma).
La Turchia ospiterà la finale di Champions League il prossimo 29 maggio allo stadio Atatürk di Istanbul, aperto al pubblico per l’occasione, e forte di questa vetrina mondiale – e dei dubbi sulle riaperture in Italia – punterebbe al “colpo grosso”.
Istanbul non è però l’unico piano B. La Russia di Putin sarebbe a sua volta pronta a sostituire Roma con Mosca, così come l’Ungheria di Orbán con Budapest, mentre l’Inghilterra di Johnson, forte dell’avanzata campagna di vaccinazione, potrebbe offrire l’alternativa Londra, che già ospiterà le semifinali e la finale.
L’Esecutivo della UEFA, il governo del calcio europeo, si riunirà il 19 aprile per decidere, anche se dal Cts si chiede più tempo per avere un quadro maggiormente definito. Il problema è che la logistica organizzativa impone che la scelta si compia già a metà di questa settimana. E rischia di trasformarsi in un caso politico Turchia-Italia, battesimo del primo torneo con formula itinerante, in 12 Paesi diversi.
Per ora la UEFA ha promosso soltanto le otto città (Baku, San Pietroburgo, Copenaghen, Londra, Glasgow, Budapest, Amsterdam e Bucarest) che hanno garantito la presenza di almeno il 25% degli spettatori. Italia (Roma), Germania (Monaco di Baviera), Spagna (Bilbao) e Irlanda (Dublino) sono state rimandate.
In questo quadro l’Italia rimane in bilico e Istanbul è in agguato. La Turchia non è tra i 12 Paesi prescelti, ma è pronta a giocarsi due jolly logistici: la vicinanza con Baku, che ospita le altre partite del girone dell’Italia e ha già garantito il 50% degli spettatori, e la macchina organizzativa oliata con la finale di Champions.