Una presa di posizione forte, uno j’accuse alla gestione Dal Pino nell’ultimo anno in Lega. La lettera delle sette squadre (Atalanta, Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Napoli ed Hellas Verona) ha fatto rialzare la temperatura dello scontro in Lega, dopo che nelle ultime settimane sembrava essersi raffreddato.
I club, nella lettera, hanno sottolineato come le diverse contestazioni da loro sollevate sull’operato di Dal Pino hanno “comportato la nostra ferma ed improrogabile necessità di manifestarLe la nostra irrevocabile sfiducia alla carica da Lei rivestita e alla conduzione e gestione della Lega”.
L’auspicio delle sette società è che la Lega “possa, a questo punto, proseguire con diversa guida e con nuove visione condivise, nell’interesse esclusivo della stessa e dei nostri singoli club”.
Ma quali sono le contestazioni a cui alcune delle big (tranne Milan e Roma) fanno riferimento? Al centro c’è in particolar modo l’operazione fondi, legata a doppio filo al tema dei diritti tv. I club in questione avevano spiegato già a febbraio, in una lettera, di ritenere “questa opportunità di sviluppo, allo stato attuale, non più praticabile”.
I club hanno puntato il dito contro la gestione assembleare di Dal Pino (eletto nel gennaio 2020 e rieletto lo scorso gennaio), soprattutto per i tentennamenti sull’affare private equity che hanno provocato un ritardo nell’assegnazione dei diritti tv del prossimo campionato a Dazn, così come il ritardo nell’assegnazione del pacchetto 2 (seppur formalmente ci sia tempo fino a prima dell’inizio della prossima stagione per assegnarlo).
Una presa di posizione politica, quindi, anche se sembra ad oggi difficile possa portare a conseguenze dirette, alla luce del fatto che Dal Pino non è intenzionato a dimettersi e che per una mozione di revoca servirebbe trovare il voto a favore di altre sette società, al momento complicato. Anche perché c’è chi si è già speso per appoggiare il suo operato, come il presidente del Milan Paolo Scaroni: “Ho votato per lui poche settimane fa e non ho cambiato idea. Sta facendo un buon lavoro”, le sue parole all’Ansa.
Ma non mancano mancano altre chiavi di lettura dietro la lettera, come sul tema stadi (dove la Serie A sta andando a ruota della decisione del Governo per gli Europei) ma anche sul tema delle maggioranze. Nei giorni scorsi infatti il presidente della Figc Gravina aveva spiegato: “Sui quorum costitutivi e sulle maggioranze deliberative delle leghe c’è una disparità non più tollerabile. Non si procede col principio della democrazia: per questo abbiamo invitato la Lega Serie A ad adeguarsi ai principi informatori del Coni e alle regole della Federcalcio”.
Un tema da non sottovalutare, infatti: ad oggi infatti la Lega Serie A, tranne per alcune eccezioni, prende le proprie decisioni in assemblea con una maggioranza cosiddetta qualificata (servono i due terzi dei club a favore, ovverosia 14 voti). E in tal senso l’appoggio da parte di Dal Pino alla questione, con l’ipotesi che in Lega si passi alla maggioranza semplice (quindi 11 voti a favore), sarebbe stata mal vista da più di una società, con il rischio di un minor potere per alcuni e che dalle votazioni non possa più emergere una visione ampiamente condivisa dai club. Lo scontro, così, prosegue, aspettando la prossima assemblea di Lega.