Superlega quesiti Corte di Giustizia Ue

Poco più di 48 ore caldissime, tra comunicati, accuse, scontri e passi indietro, fino addirittura alle scuse. Forse le 48 ore più folli di sempre. Il progetto della Superlega si scioglie come neve al sole nel giro di due giorni, decisamente troppo pochi per un piano che, stando almeno ai principali club promotori, avrebbe dovuto cambiare l’immagine del calcio.

Prima il Manchester City, poi come ciliegie le altre inglesi, fino all’Inter. Ma ci sono i dubbi di Barcellona e Atletico Madrid, oltre che del Milan. Due giorni di indiscrezioni, anche di interviste rilasciate mentre tutto il progetto stava letteralmente crollando come un castello di carte.

C’è chi, come l’Arsenal, è arrivato a scusarsi. “Come risultato dell’ascolto e della comunità calcistica in generale negli ultimi giorni – il tweet dei Gunners – ci stiamo ritirando dalla proposta di Super League. Abbiamo commesso un errore e ce ne scusiamo”.

Anche perché in un’altra zona di Londra, poche ora prima, sono serviti i due metri di altezza di Petr Cech per calmare i tifosi assiepati sotto Stamford Bridge nelle proteste contro la Superlega e far passare il pullman del Chelsea e del Brighton, in campo nella serata di ieri in Premier League.

Ma prima, sempre dall’Inghilterra, erano arrivate le voci contrarie un po’ ovunque: non solo la politica ai massimi livelli (con Boris Johnson arrivato a minacciare una legge per non far partecipare i club), ma anche i principali protagonisti del mondo del calcio, da Guardiola a Klopp fino a Cancelo e a tutto il Liverpool (che nel frattempo stava già perdendo i primi sponsor). Oltre alle dimissioni annunciate da Ed Woodward come ad del Manchester United, lui che è stato tra i principali fautori del progetto.

Si è arrivati così alla grande fuga, aperta come detto dal City e conclusa, al momento, dall’Inter. Il tutto mentre Ceferin, ovviamente, gongolava: “L’ho detto ieri che è ammirabile ammettere un errore e questi club stavano facendo un grosso errore. Ma ora sono tornati all’ovile e so che hanno molto da offrire non solo alle nostre competizioni ma a tutto il calcio europeo. La cosa importante ora è che andiamo avanti, ricostruiamo l’unità di cui godeva il gioco prima di questo e andiamo avanti insieme”.

Il passo indietro è poi arrivato anche da parte della stessa Superlega, ormai ridotta ai minimi termini: “La situazione attuale nel calcio europeo necessita di un cambiamento. Una nuova competizione serve perchè il sistema non funziona, la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto”, ha spiegato in una nota.

Restano le 48 ore tra le più folli di sempre per il calcio europeo e non solo. E resta ora da capire quali saranno le conseguenze di tutto ciò, tra nuovi tornei, nuove alleanze e qualche testa che rischia di cadere. Capire quale sarà, in sostanza, il calcio che uscirà da questa due giorni di montagne russe europee.

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Classe 1990, giornalista.