La pandemia è destinata a lasciare una ferita profondissima nell’economia del calcio europeo. A riferirlo è la UEFA stessa, in un rapporto ripreso dal Sole 24 Ore, secondo cui l’emergenza sanitaria dovrebbe costare ben oltre gli 8 miliardi di euro ai club del continente.
Un dato che, se confermato, farebbe segnare una brusca battuta d’arresto dopo 20 anni di crescita ininterrotta. Il rapporto sottolinea come 120 società siano a «rischio esistenziale per le difficoltà» riscontrate dallo scoppio della pandemia nei primi mesi del 2020.
Le conclusioni della UEFA sono in ogni caso simili a quelle dei 12 club fondatori della Superlega: la pandemia ha privato l’intero settore del 10% delle entrate previste per il biennio 2019-2021. Gli introiti mancati per i 55 campionati europei sono calcolati sugli 8,7 miliardi, dei quali 7,2 miliardi per i club più importanti.
La stima viene calcolata sui conti già pubblicati dalle società calcistiche, così come sulla rinegoziazione (al ribasso) dei diritti televisivi per diverse competizioni. Secondo la UEFA, le perdite sarebbero suddivise nel seguente modo:
- tra i 3,6 e i 4 miliardi di euro in meno dalla chiusura degli stadi
- tra i 2,4 e i 2,7 miliardi in meno dai ricavi commerciali
- tra gli 1,2 e gli 1,4 miliardi in meno dai diritti televisivi.
I club più colpiti sarebbero quelli francesi, con un calo di introiti generale del 30%, accompagnati da quelli scozzesi. La Premiership ha chiuso i battenti anzitempo nella scorsa stagione, così come il massimo campionato di calcio francese, la Ligue 1.