Se c’è una cosa che Maurizio Arrivabene, in pole position per diventare il nuovo amministratore delegato della Juventus, conosce bene è la pressione.
Nel gennaio 2016 il manager bresciano era da poco più di un anno il team principal della Ferrari (fu nominato nel novembre 2014) e in occasione della quotazione della scuderia emiliana alla borsa di Milano Sergio Marchionne, allora amministratore delegato e di Fca e presidente di Ferrari, prese la parola e dinnanzi al gotha della finanza italiana e internazionale riunito per l’occasione a Palazzo Mezzanotte (la sede della borsa di Milano), spiegando quanto fosse necessario e vitale per la Ferrari tornare a vincere in Formula 1 e dicendosi sicuro che Arrivabene “ci avrebbe pensato lui“.
Un endorsement a tutti gli effetti, ma anche un bel carico di responsabilità espresso davanti a una platea di primo livello per il manager che, seduto in prima fila con tutto il top management Ferrari, accolse con un sorriso le parole di Marchionne ben conscio che ora non c’erano più scuse.
I poco più di quattro anni di Arrivabene a Maranello (il manager lasciò nel gennaio 2019) non portarono il tanto agognato titolo iridato, ma va anche detto che, ma come amava ripetere Marchionne lontano dai microfoni, il successo in Formula 1 inizia nella stanza dei bottoni dove si scrivono i regolamenti e le norme tecniche sei Mondiali. E a quella fase, in qualità di presidente della Ferrari, ci avrebbe pensato lui se la morte non lo avesse portato via nell’estate 2018
Chi è Maurizio Arrivabene – La carriera
L’ex team principal della Ferrari, legatissimo ad Andrea Agnelli (con cui condivide un passato lavorativo al gigante mondiale dell’industria del tabacco Philip Morris) molto probabilmente prenderà quindi il posto lasciato vacante da Beppe Marotta nel 2018 e mai più occupato nell’organigramma bianconero. In questa posizione verrà affiancato dal nuovo direttore sportivo Federico Cherubini dalla prossima stagione.
Bresciano, classe ’57 e proveniente da una famiglia di umili origini, Arrivabene ha cominciato la sua carriera in ambito marketing e attività promozionali, lavorando tra l’Italia e l’estero. Nel 1997 entra in Philip Morris International (dove Andrea Agnelli ha svolto uno dei suoi primi incarichi lavorativi). Nella multinazionale americana Arrivabene ha ricoperto diversi incarichi fino a diventare vice-presidente della comunicazione internazionale di Marlboro nel 2007, nonché vice-presidente del “consumer channel strategy and event marketing” nel 2011.
Nel 2012 comincia il suo ingresso nel mondo dello sport, diventando membro indipendente del board della Juventus, dopo essere stato membro per un anno della Sport Business Academy della Bocconi. Ma l’apice della sua carriera sportiva arriva settore dei motori, dove Arrivabene entra nel 2014 in qualità di team principal della Ferrari, chiamato a gran voce da Sergio Marchionne per ridare lustro alla storica Scuderia.
L’agognato titolo piloti, tuttavia, alla fine non arriva, complice anche lo stra-potere della Mercedes. Arrivabene ottiene comunque due secondi posti nella classifica piloti con Sebastian Vettel (2017 e 2018), sfiorando il titolo con un paio di Gran Premi sfortunati, e tre secondi posti nel mondiale costruttori (2015, 2017 e 2018). Lascia il posto nel gennaio 2019, venendo sostituito nel ruolo da Mattia Binotto.
E ora, infine, la Juventus, squadra che lui stesso tifava da bambino. “Sono bresciano e ho il cuore diviso a metà. Ho giocato nei campetti polverosi vicino a Mompiano, a San Bartolomeo. Devo che lo facevo però con la maglia della Juventus” dichiarò nel 2019, parole riportate dal Giornale di Brescia, prima di assistere alla sfida dei bianconeri in casa del Brescia. Sarà quindi lui il profilo giusto per far tornare immediatamente al successo i 36 volte campioni d’Italia?